Carlo Ancelotti, allenatore del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de “Il Corriere della Sera” toccando tanti argomenti: “Andrei a studiare da vicino chi conosco poco, direi Klopp o Pochettino, perché Allegri, Simeone, Spalletti, Guardiola so già come lavorano. È sempre interessante vedere come un allenatore si comporta, ma copiare è impossibile. Eppure c’è chi non fa vedere gli allenamenti. Non c’è una sola verità nel calcio. Non c’è un’Università del calcio, non è che prendi la laurea”. Poi il tecnico di Reggiolo ha parlato anche della squadra allenata da Maurizio Sarri: “Qua c’era una squadra che aveva un’identità ben precisa, noi cerchiamo di averla un po’ più versatile. I campionati li ha vinti chi ha giocato a uomo, chi ha fatto il possesso palla, chi ha fatto il contropiede, chi non faceva ritiro, chi lo faceva…”.
Ancelotti parla del suo cambiamento
Carlo Ancelotti, infine, ha spiegato com’è avvenuto il suo cambiamento ad inizio stagione: “In modo graduale. L’unica cosa cambiata è stata la disposizione in fase difensiva, dal 4-3-3 al 4-4-2, per me è la più efficace. Ho parlato con qualche giocatore, Allan e Diawara, mi hanno dato la loro disponibilità, altrimenti non l’avrei fatto. C’era la sosta per la Nazionale, l’abbiamo provata 20 minuti…Il Napoli è competitivo per vincere. L’obiettivo è una squadra che arriva alla fine del campionato lottando”. Infine, l’allenatore azzurro ha svelato un retroscena di mercato: “Sono stato vicino a ritornare al Milan due volte. Quando sono andato via dal Real Galliani è venuto a caccia a Madrid, ma dovevo riprendermi da un problema alla cervicale. E poi un’altra volta con Fassone c’è stato un mezzo tentativo, dopo il Bayern”.