Sorrentino, portiere del Chievo, ha rilasciato un’intervista al ‘Corriere dello Sport’. L’estremo difensore gialloblù ha parlato di Napoli-Chievo, partita in programma domani al San Paolo.
Queste le parole di Stefano Sorrentino, portiere del Chievo, sulla difficile rincorsa dei clivensi verso la salvezza: “Per i miracoli ci stiamo attrezzando. Prima della sosta abbiamo dimostrato di essere vivi, i segnali ci sono”.
Togliamoci subito il dente virtuale, allora: quello su Ventura e il suo mese al Chievo. “Problematico è stato solo l’addio, che ha dato fastidio anche a me. Ventura è arrivato qui molto carico, non immaginava nemmeno lui di trovarsi in questa situazione particolare. Il problema, secondo quanto ci ha detto prima di andarsene, è che non stava bene con sé stesso. Ha più volte ringraziato la squadra per la disponibilità mostrata. Ma il Chievo non era l’ambiente giusto per lui, non lo sentiva suo. Ventura è uno che insegna calcio, ma aveva idee opposte alle nostre: noi siamo una squadra che cerca i difetti dell’avversario, puntando sulle ripartenze. Subentrando, poi, con il mister non c’era nemmeno il tempo di capirsi a vicenda. Ora fa tutto parte del passato”.
Battesimo di fuoco, nello stadio del Napoli. “Ogni partita vale uno o tre punti, a seconda di come la si affronta. Noi a Napoli andiamo per fare bene e dire la nostra: il Chievo finora ha tenuto testa alle grandi squadre, mi viene in mente la gara contro la Juve della prima giornata ad esempio. Sono dell’idea che ogni partita, anche contro le più forti, nasconda un’impresa possibile. Noi ci proviamo, da ultimi in classifica. La nostra caratteristica migliore è quella di far giocare male gli altri, siamo una squadra che lotta. Vediamo cosa dirà il campo”.
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Tornando ancora più indietro, il San Paolo vi riporta a un colpaccio sfiorato l’anno scorso… “Vincevamo 1-0 al novantesimo e il Napoli ci ha castigato in pieno recupero, con due gol. Un finale pazzesco, ma ne abbiamo fatto tesoro. Il Chievo andrà lì con le armi della sofferenza, l’unione, pronto a dare battaglia. Poi chissà, loro hanno molti nazionali appena rientrati e la Champions che li aspetta…”.
E questo Napoli com’è cambiato? “Resta una squadra competitiva, con un grande allenatore. Forse più da Champions League, visto lo spessore e la storia di Ancelotti: un tecnico tra i più bravi al mondo, senza nulla togliere a Maurizio Sarri. Ma Ancelotti ti fa capire perché ha vinto così tanto. Chiunque togli al Napoli, zeppo di campioni, lo puoi sostituire con la stessa efficacia. Loro hanno anche il turn-over quest’anno”.
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