Carlo Ancelotti, allenatore del Napoli, è intervenuto al Festival dello Sport di Trento rilasciando alcune dichiarazioni sul gioco del calcio: “Vincere giocando bene? Hai più possibilità di vincere, ma ora è imprevedibile. Ci sono tante statistiche per provare a spiegarlo meglio, ma c’è una sola che conta. Non quella dei tiri fatti e subiti, ma quella dei gol fatti e subiti. Il calcio è sempre più evoluto e organizzato. Ormai tutte le squadre hanno buone fasi ed è più propositivo anche da parte delle piccole squadre che prima per limiti facevano solo quella difensiva. Ora tutte hanno un’identità. Prima le piccole avevano solo la difesa, ora s’è perso, tutte provano a giocare da dietro, non so se è un bene o un male”. Poi ha aggiunto: “Per fare questo mestiere c’è bisogno di tanta conoscenza. Ho avuto dei maestri importanti, uno su tutti Liedholm a livello di gestione; poi Sacchi a livello tecnico. Sono stato suo assistente per tre anni e capisci lì com’è importante avere un metodo per trasmetterlo ai giocatori. La fase difensiva prima era soprattutto passiva, con Sacchi è cambiato il modo d’intendere questo gioco. La fase difensiva è diventata attiva con lui, a livello di coinvolgimento è stato interessante”.
L’allenatore del Napoli ha, inoltre, parlato del suo tipo di gestione: “Il ruolo dell’allenatore è abbastanza complesso. Devi relazionare con i giocatori e con la società. Ci sono 25 calciatori, ma non solo. Il gruppo squadra comprende una cinquantina di persone, dove sono tutti importanti. Delegare e dare responsabilità credo sia un aspetto importante. Puoi delegare un calciatore, puoi delegare un dottore…il tuo staff tecnico. Devi tener sotto controllo tutto. A Napoli è una bella famiglia con giovani giocatori che hanno avuto esperienze importanti. Una città bellissima…ci sono tutte le condizioni per far bene”. Poi su Insigne: “E’ nella fase di maturità, deve mettere tutta la qualità che ha al servizio della squadra. Sono sicuro che farà anche questo passo in avanti”.
Parlando di Guardiola dice: “Cosa prenderei da lui? Certamente non i capelli. Sono stato dopo di lui al Bayern, ho visto il City, direi la rapidità con cui dà le sue idee alla squadra. E’ un fenomeno in questo, così come Arrigo nel trasmettere le proprie idee. Tutti hanno delle idee, la bravura sta nel trasmetterle a chi va in campo”. Sul calcio italiano: “Siamo rispettati all’estero, anche se mancano un po’ di talenti, ma stanno saltando fuori alcuni bravi. La differenza è a livello ambientale, 9 anni all’estero tra Inghilterra, Francia, Spagna, Germania, stadi nuovi e pieni, ma soprattutto rivalità sportiva, noi siamo rimasti indietro ancora con gli insulti. Non è rivalità, ma maleducazione e ignoranza. Bisogna fare qualcosa. Io a Londra non ho mai preso un solo insulto nonostante le tante rivalità, così come credo Pep a Manchester da tifosi United”. VAR in Champions? Ancelotti risponde: “Spero arrivi presto, il giorno in cui arriverà saranno comunque in ritardo”.
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