Con Ancelotti giocano tutti ma non sempre: la top 5 degli azzurri meno impiegati. Quando i complimenti non bastano potrebbe pensarci una salutare gestione in prestito.
Tra i punti di forza del Napoli di Carlo Ancelotti, che sta conseguendo dei buoni risultati in questo avvio di stagione al netto di qualche passo falso, figura la gestione dei componenti della rosa azzurra. Rispetto alla precedente guida tecnica con a capo Maurizio Sarri, adesso con l’emiliano in tanti hanno già avuto modo di scendere in campo. Il concetto di ‘titolarissimi’, tranne che per pochissimi eletti, è da mettere da parte, dal momento che Ancelotti si è affidato a tanti giocatori, molti dei quali – limitatamente all’anno scorso – restavano sempre nel limbo tra panchina e tribuna o addirittura erano finiti con l’essere piazzati altrove. È il caso di Nikola Maksimovic, che invece ora ha già giocato per 3 volte in Serie A e per una in Champions League, disimpegnandosi ottimamente sia come centrale di difesa che come terzino destro.
Napoli, ecco chi ha avuto il minutaggio peggiore finora
Ma pur dando spazio a tutti tra campionato e Champions, è immancabile constatare come ci sia qualche elemento che ha comunque visto il campo di meno. Escludendo da questo novero gli infortunati Meret, Ghoulam, Younes e Chiriches, oltre ai portieri della Primavera, Marfella e D’Andrea, ecco i cinque calciatori del Napoli che hanno giocato di meno. Si tratta di Simone Verdi (135′), Kevin Malcuit (119′), Marko Rog (92′), Sebastiano Luperto (91′) ed Adam Ounas (84′). Anche se le manifestazioni di fiducia di Ancelotti nei confronti di tutti loro non sono mancate. Verdi ha trovato la via del gol alla sua seconda gara da titolare, contro il Torino, dopo aver fallito – come tutta la squadra – alla terza giornata contro la Sampdoria. Poi si è visto in campo nell’ultimo quarto d’ora contro il Parma fornendo l’assist per il 3-0 di Milik.
Futuro roseo soltanto per Verdi e Malcuit
E mercoledì sera proprio Verdi ha esordito in Champions League col Napoli, mostrandosi però eccessivamente precipitoso nella manovra ma portando comunque forze fresche in campo, durante l’assalto finale degli azzurri al Liverpool. La sensazione è che l’ex Bologna troverà un impiego soddisfacente alla fine. Lo stesso dicasi per Malcuit, che ha debuttato contro il Parma uscendo tra gli applausi e poi ha giocato nella mezzora finale contro la Juventus. Magari con i bianconeri la sua maggiore fisicità rispetto a Hysaj avrebbe potuto rivelarsi più utile. Anche riguardo il francese le sensazioni per i mesi a venire sembrano buone. Quattro sono invece le presenze di Marko Rog, ma tutte scaglionate a pochi minuti, tranne l’ora abbondante con il Torino. Il croato ha sempre fatto bene, con Ancelotti che gli ha affidato delle responsabilità di natura tattica.
A Rog e gli altri restano i bruscolini
Ma dal 2016 ad oggi il 23enne di Zagabria deve sempre accontentarsi di scampoli di partita e non riesce a scavalcare la concorrenza dei vari Allan, Zielinski, Hamsik oltre che del nuovo rampante Fabian Ruiz, che ha già staccato i cinque azzurri sopra citati. Luperto ha sorpreso tutti e ha anche giocato bene quando è stato utilizzato da Ancelotti, ma si porta dietro l’ingenuità che era costato il rigore col Torino. Bisogna lavorare ancora sul ragazzo, le premesse sono buone ma in quanto a titolarità si fa difficile, specie col ritorno di Ghoulam. Il pugliese fungerà quindi da quarto centrale in organico. Discorso analogo per Adam Ounas, che ha davanti gente troppo forte per poter sperare di giocare con continuità, anche se lui stesso ha affermato di essere rimasto per via di Ancelotti che gli ha confermato stima nei suoi confronti.
Cessione in prestito per i meno impiegati?
I complimenti non bastano per far felice degli elementi bravi ma che non giocano quanto vorrebbero. Per Ounas, Rog e magari anche per Amadou Diawara, sestultimo nel minutaggio totale del Napoli tra campionato e Champions League (199′ per lui) potrebbe non essere improbabile cercare una nuova destinazione dove provare ad imporsi con più frequenza in campo, per poi fare ritorno in maglia azzurra. Esattamente la stessa cosa fatta da Maksimovic a gennaio 2018.