Ancelotti e Sarri, inutile fare paragoni: due proposte diverse di fare calcio

Confronto Sarri-Ancelotti
Sarri-Ancelotti, Napolicalciolive (©Getty Images)

Da Sarri ad Ancelotti, il Napoli ha cambiato velocemente pelle. Dal sistema di gioco differente alla diversa occupazione degli spazi:  ecco la trasformazione della squadra azzurra. 

Mettere a confronto ripetutamente lo stile di gioco di Sarri con quello di Ancelotti è pura follia. L’ex allenatore del Napoli puntava tutto sulla qualità delle triangolazioni per superare nel modo più veloce possibile gli avversari impostando così il suo tipico calcio su giocate predefinite, capaci di essere assimilate in tempo breve dai suoi giocatori. L’attuale tecnico della squadra azzurra, invece, ama il dominio della palla per la verticalizzazione rapida sui calciatori offensivi, molto più liberi di esprimersi dalla trequarti in su rispetto al passato come in occasione, per esempio, della seconda rete di Verdi. In questa situazione il possesso palla è stato utile a servire l’attaccante azzurro, schierato come esterno nel 4-4-2, in grado di effettuare successivamente una giocata personale che ha creato spazi utili per attaccare la difesa del Torino. Al termine della sfida vinta contro la squadra di Mazzarri lo stesso Ancelotti ha elogiato la sua squadra: “Se si gioca veloci sulle fasce si trovano opportunità contro questo sistema. Il Torino è una squadra tosta, robusta, organizzata difficile da scardinare, ho visto le gare precedenti. Abbiamo fatto bene grazie al movimento degli attaccanti”.

Ancelotti, l’obiettivo è vincere

Il Napoli sta assumendo sempre più i canoni della grande squadra, capace di pensare soprattutto al risultato finale attraverso la proposta del proprio allenatore. Infine, un altro aspetto che caratterizza in maniera differente Sarri ed Ancelotti è la fiducia completa mostrata nei confronti di tutti gli elementi della rosa. L’attuale allenatore del Napoli ha schierato dal primo minuto il giovane Luperto al posto di Mario Rui e Rog in mezzo al campo per far riposare Allan: due mosse strategiche che il tecnico toscano non avrebbe mai rischiato.

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