Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de “Il Corriere dello Sport”.
Mai banale. Ancora una volta il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, si è soffermato sulla questione stadio San Paolo annunciando: “Per me è un nightmare (incubo, ndr), un minus e mi toglie dei punti di upgrading a livello internazionale avere un impianto del genere. È un peccato. Per questo, dico basta: non faccio più polemiche e mi costruisco un mio stadio. Punto e basta. Non si può più andare avanti così. Due anni. Nessuno può dirti niente se metti i soldi tuoi e hai i terreni che sono utilizzabili per costruirci un impianto. Se ci sono queste condizioni può esserci un’accelerazione fortissima”. Poi ha aggiunto: “Nel frattempo ho chiesto all’Uefa l’autorizzazione a disputare le partite di Champions a Bari. A costo di pagare di tasca mia 1.000 pullman e di consentire ai napoletani di assistere alle gare al San Nicola. Quando sono entrato lì per la prima volta ho capito subito che è un signor stadio. È stato un po’ lasciato andare, ma rispetto al San Paolo che è stato costruito nel 1959… Lo ha disegnato un certo Renzo Piano e non è come il nostro… Certi giocatori, quando l’hanno visto per la prima volta, se ne volevano andare da Napoli…”.
De Laurentiis ha parlato anche del rinnovo di Koulibaly precisando una cosa: “Guadagna una cifra blu (sorride, ndr), ma non ha nessuna clausola. Una clausola “simbolica” ce l’ha Insigne: con Raiola abbiamo stabilito che se arriva un’offerta da 200 milioni, lo vendiamo. Non è un accordo scritto, ma verbale. Duecento milioni, chiaro?”. Poi il presidente del Napoli non ha voluto replicare alle parole di Sarri: “Ha detto cose completamente inesatte, ma non mi va di replicare sennò questa diventa una telenovela dai toni antipatici e che non interessa a nessuno. Io sono felice con Ancelotti e non ho più sentito mister Sarri dopo la bottiglia di champagne che abbiamo aperto la domenica sera dell’ultima partita. Da allora zero contatti”. Infine, De Laurentiis ha concluso: “Lo vedremo se è più forte o meno forte. Siamo qui per lavorare. Nel calcio non sei artefice del tuo destino perché ci sono altre 19 squadre in Italia e molte di più in Champions. Dipende anche dagli altri, ma io ho fiducia”.
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