Dopo Sampdoria-Napoli sono tanti i punti interrogativi sulla squadra azzurra. Carlo Ancelotti deve lavorare sulle cose che ancora non vanno, ma serve calma.
All’indomani di Sampdoria-Napoli è tempo di processi per alcuni in casa azzurra. Niente di più sbagliato. La sconfitta è stata netta e meritata, ma è anche la prima della stagione e fa seguito a due prove sostanzialmente positive. Anche contro Lazio e Milan il Napoli non era partito bene, ma aveva saputo fare leva sulle proprie qualità per indirizzare entrambe le gare su binari favorevoli. Lo stesso non è accaduto ieri al ‘Luigi Ferraris’, ma ora arriverà la sosta che potrà dare modo a Carlo Ancelotti di poter analizzare con la necessaria calma cosa non è andato. Al di là del risultato e di un pressing parso buono soltanto nei primi 5-10′ dell’incontro, si è visto un Napoli molto spesso lento e non capace di accelerare come suo solito. Ne ha fatto le spese la manovra offensiva, con il reparto avanzato azzurro praticamente mai pericoloso se non in un forcing ad inizio secondo tempo che con alcuni palloni sporchi era stato in grado di mettere in affanno la Sampdoria.
Sampdoria-Napoli, ancora le solite pecche difensive
Purtroppo il gol che avrebbe potuto cambiare le cose dal punto di vista psicologico non è arrivato. E non si è ripetuta l’impresa di una insperata rimonta già andata in scena nei precedenti due turni. Quel che preoccupa è che il Napoli alle avversarie incrociate in questo inizio di Serie A ha concesso molto poco. Ma questo poco è bastato per incassare 6 gol in totale. E la difesa continua a mostrare spazi eccessivi all’interno dei quali gli avversari si incuneano. Questa è stata la costante che si è vista nella tournée europea di un mese fa e che ancora continua a non essere corretta. Anche se pure le altre rivali non hanno ancora raggiunto la piena efficacia in quanto a tenuta del proprio reparto arretrato. L’inizio di stagione è il periodo nel quale i difetti ci sono e risultano più evidenti.
Ed è così specialmente nel caso di cambio della guida tecnica. Per questo è presto per fare i processi, come molti giornali, tv e tifosi hanno invece fatto. Come già altre volte ribadito durante l’estate, chiunque si fermi a riflettere a mente fredda alla fine intuirà che serve ancora tempo per capire certe cose ed avvicinarsi se non alla perfezione, quanto meno ad una più efficace organizzazione collettiva di gioco.