Stili apparentemente uguali, ma ci sono alcune sottili differenze tra il gioco di Sarri e quello di Ancelotti. E non solo in fase di possesso.
Buona la seconda. Dopo il poker rifilato al Gozzano una settimana fa, il Napoli ha superato 5-1 il Carpi dimostrando il solito predominio del gioco in ogni zona del campo. Rispetto al passato, però, ci sono alcune differenze nel modo di difendere e per la fase di possesso degli azzurri. Piccoli accorgimenti per variare l’idea di Maurizio Sarri improntata sul fraseggio corto e veloce per uscire dal lato debole a quello forte. Per mettere in difficoltà gli avversari Carlo Ancelotti, invece, preferisce anche frequenti cambi di gioco per giocarsi sugli esterni l’uno contro uno puntando così sulla qualità degli uomini offensivi. Una delle tante giocate previste dal tecnico di Reggiolo prevede il lancio del metodista (Diawara o Hamsik) per Insigne, Callejon, Ounas o Verdi. Proprio per questo motivo fin da subito l’ex Milan ha voluto provare il capitano slovacco in cabina di regia per sfruttare le sue qualità tecniche in grado di imbeccare al meglio gli attaccanti. Ma non solo. In fase di non possesso i difensori partenopei non rispettano la linea come voleva categoricamente Sarri, ma vanno subito in pressione sui rispettivi avversari come richiesto espressamente dal neo-allenatore azzurro mettendo in luce tutta la loro intensità.
Napoli-Carpi, movimento sincronizzato interno-terzino
Altra piccola novità del Napoli di Ancelotti riguarda l’impostazione dalle retrovie. Con palla ai difensori centrali il terzino di riferimento inizia a proporsi sulla fascia con il movimento inverso dell’interno di centrale che si “apre” proprio al suo posto. Questi frequenti cambi di posizione mettono in costante difficoltà gli avversari incapaci di prevedere una marcatura fissa sui giocatori azzurri. La squadra partenopea continua a crescere in campo in attesa dei prossimi colpi di mercato.