Carlo Ancelotti © Getty ImagesOggi inizia ufficialmente la stagione del Napoli targato Carlo Ancelotti. Nella giornata di ieri il neo-allenatore degli azzurri ha caricato l’ambiente con un discorso emozionante.
Ieri le visite mediche di rito, oggi la partenza alla volta di Dimaro. Inizia ufficialmente la stagione calcistica del Napoli di Carlo Ancelotti. Clima disteso e tanti sorrisi, come attestano le numerose foto pubblicate dalla società partenopea sui vari social network. Inoltre, come riporta l’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” lo stesso Ancelotti, dopo aver salutato i calciatori, ha caricato l’ambiente con un discorso diretto e deciso: “Sono qui per vincere qualcosa di importante, inutile nascondersi!”. Il Napoli ha, poi, comunicato la lista ufficiale dei convocati per il ritiro. Ci saranno i giovani Gaetano, Mezzoni, Marfella, Senese e D’Ignazio. Preoccupanti ancora una volta le condizioni di Ghoulam: “Portieri: Meret, Karnezis, Marfella, Contini; Difensori: Tonelli, Maksimovic, Albiol, Chiriches, Luperto, Hysaj, Senese, D’Ignazio; Centrocampisti: Grassi, Gaetano, Allan, Rog, Diawara, Hamsik, Fabian Ruiz, Mezzoni; Attaccanti: Inglese, Lorenzo Insigne, Roberto Insigne, Verdi, Callejon, Ounas, Ciciretti. Ghoulam, Vinicius e i calciatori impegnati con le Nazionali ai Mondiali si uniranno al resto della squadra direttamente a Dimaro”.
Ancelotti, il cambio di rotta rispetto a Sarri
Ancelotti e Sarri sono due allenatori completamente diversi nell’idea di concepire calcio. Ed è sbagliato iniziare a fare confronti. Il primo, avendo lavorato con tanti campioni, è sempre orientato alla gestione delle risorse umano cambiando sistema di gioco anche a partita in corso. Il secondo, invece, ha dimostrato anche nella sua esperienza sulla panchina azzurra, di essere legato ad esercitazioni didattiche utili a migliorare il singolo calciatore nel contesto squadra. Ma lo stesso Ancelotti, però, ai tempi di Parma ( e quindi alla sua prima esperienza in Serie A), era molto integralista basando le sue idee su quelle di Sacchi. A Torino, infine, alla guida della Juventus e con l’arrivo di tanti campioni, il suo modo d’intendere calcio cambiò completamente cercando così di adottare le caratteristiche dei propri campioni al sistema di gioco più adatto diventando uno degli allenatori più vincenti della storia.