Sono bastati pochi minuti ad Aurelio De Laurentiis per prendere parola e analizzare il mondo arbitrale. Nel convegno ‘Generazione Var’, il patron azzurro ha posto l’attenzione su un aspetto differente rispetto alla tecnologia nel mondo del calcio. Per De Laurentiis il problema non è l’applicazione o meno del protocollo, ci sono altre questioni irrisolte e che devono essere definite quanto prime. Queste le parole del presidente: “Nessuno vuole assumersi la responsabilità. Un arbitro deve essere equidistante, non può avere un ruolo politico, una categoria inserita in un’associazione federativa, è già un errore, perché quell’associazione si dovrà schierare e se lo fa con uno e non con un altro crea uno sbilancio. Nel calcio si è vissuto sull’ignoranza, in Inghilterra non esiste legame tra la Premier e la Federcalcio, così come io credo la classe arbitrale dovrebbe essere assunto, pagata, ammonita se è il caso, dalla Lega di A. Loro dovrebbero essere dei nostri dipendenti. Il VAR non può essere introdotto come un esperimento, ma noi non possiamo guardare nulla pur non essendo propensi a criticare.
Arriva poi l’attacco alla Juventus, al caos dopo Calciopoli e alla scelta della società bianconera di riappropriarsi degli scudetti tolti dalla giustizia sportiva: “Poi si dice perché lasciare sempre punti interrogativi e dietrologia? Perché far dire che la Juve ha sempre un rapporto di forza sugli arbitri sin da Pechino? Con Calciopoli vogliamo dimenticare il mondo arbitrale? Proprio per tenerla fuori si devono togliere dubbi. Ero attento alle spiegazioni trasparenti di Rizzoli, ma forse ci sono troppi se… troppe possibilità di dubbio. Bisognerebbe essere chiari nel regolamento su cosa non è verificabile dal VAR. La regia delle immagini deve essere centralizzata e servono dei tecnici al VAR che deve seminare rispetto, non odio sugli arbitri che andrebbero portati su un piedistallo inattaccabile, altrimenti faremo convegni in cui si dirà di tutto ma non ne usciremo mai e resterà il dubbio sulla Juve, parleremo degli scudetti tolti che loro riportano. Il problema è semplice, il boccino deve stare in mano alla confindustria del calcio. Pure la federazione viene pagata dalla serie A che deve prendere le decisioni, non possono passare sulla nostra testa. Se sbagliamo, dobbiamo sbagliare noi. Noi siamo abituati a tanti problemi nei club, ma non coinvolgerci in un qualcosa che incide sul risultato di una stagione… con le conseguenze economiche che ci sono… Nel calcio vorrei una definizione dell’obiettivo, se Veltroni nel ’96 ha dato una direzione. Siamo sempre nel mezzo, è sport o industria? Nella vita si fanno scelte, o si sta di qua o di là, prendendosi le responsabilità!”
Nicola Rizzoli ha risposto in parte alle parole di Aurelio De Laurentiis, soffermandosi sull’aspetto tecnico del VAR: “Rispetto ADL, posso rispondere sulle ragioni tecniche, garantendo che l’obiettivo è proprio togliere i se ed i ma e la dietrologia. Le regole sono della Fifa e l’IFAB, leggendo il protocollo capireste che ci sono pochi margini sui dubbi. Poi si può modificare e qualche riflessione è stata fatta. La regia è un obiettivo, non so quanto tecnicamente sarà pronta perché ci sono problemi di comunicazioni. Già quest’anno c’è stato qualche problema dalla sala var allo stadio al campo. Sul discorso dei tecnici, può essere interessante, ma chiedo, se si vogliono toglierei i dubbi, chi sarebbero? Chi li sceglie? Che carriera hanno fatto? Sarebbero ex giocatori o allenatori di qualche squadra, come si fa?”
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