Sarri torna alle vecchie abitudini: la difesa del Napoli è il nuovo attacco

Koulibaly, difesa del Napoli ©Getty
Kalidou Koulibaly e Raul Albiol ©Getty

Sarri torna alle vecchie abitudini: la difesa del Napoli è il nuovo attacco.

Il Napoli batte la Juventus e si proietta, inevitabilmente, alla ribalta finale della classifica. La squadra di Sarri ha fatto quello che il mister aveva ampiamente annunciato in settimana, quando dopo la gara vinta con crepacuore contro l’Udinese, aveva affermato: “Da ora è matematico, non andremo sotto il secondo posto. Adesso possiamo divertirci”. Per gli azzurri è arrivato finalmente il momento di uscire allo scoperto e lottare a viso aperto contro tutto e tutti. Contro la Fiorentina domenica prossima, ma anche contro la Juventus a distanza. Dopo l’impresa di ieri sera e dopo l’ennesimo tabù sfatato dall’allenatore toscano è lecito tutto: si può sognare, si può esultare, anche senza necessariamente trionfare. La squadra azzurra è riuscita a riaprire un campionato che, dalla sconfitta interna contro la Roma, si stava inesorabilmente consumando a favore dei soliti colori, quelli bianconeri. A riaprire le strade del successo al Napoli ci hanno pensato i difensori e gli schemi di Sarri.

Sarri la vince di forza: difesa del Napoli lavora il doppio

Non Mertens, non Insigne, non Callejon. A fare la differenza in un periodo delicatissimo per la squadra campana sono stati i difensori e i loro gol: 1 Tonelli, 2 Ghoulam, 2 Mario Rui, 2 Albiol, 5 Koulibaly. Un bottino totale di 12 gol in questo campionato, tutti dalla retroguardia: è così che il Napoli ha sbloccato gli ultimi risultati. E il merito è, neanche a dirlo, di Sarri. O ‘Mister 33’, come lo chiamavano ad Empoli per l’incredibile numero di schemi che formulava durante l’arco di un campionato. Stessi schemi che stanno regalando alla squadra una marcia in più. I gol di Albiol contro il Genoa, di Diawara contro il Chievo, di Tonelli e ancora Albiol contro l’Udinese e infine Koulibaly contro la Juve sono arrivati tutti da calcio d’angolo. Per un attacco che cala, c’è una difesa che lavora fa per due, difende e colpisce: è questo il nuovo (ma vecchio) segreto di Maurizio Sarri.

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