Passano gli anni ma Marek Hamsik resta. Dal 2007 ad oggi il capitano del Napoli di strada ne ha fatta. Più di 450 presenze ufficiali in maglia azzurra, il record di gol di tutti i tempi nella storia del club sottratto a Diego Armando Maradona ed una importanza che, di allenatore in allenatore, resta sempre imprescindibile. Hamsik Napoli, un binomio inscindibile. Lo slovacco fa pesare molto la sua assenza quando per una qualsiasi motivazione non può scendere in campo. Lo sanno bene i vari Reja, Mazzarri, Benitez e Sarri che nell’ultimo decennio si sono susseguiti sulla panchina azzurra. Nessuno di loro ha mai voluto rinunciare alla cresta più famosa del calcio italiano. Anche quando, come nel caso della gestione dello stesso Benitez, le cose andavano diversamente dal punto di vista tattico, e meno bene rispetto ad altri periodi. Ormai il giocatore è maturato e nel corso del tempo ha imparato cosa fare e come farlo in campo e non solo. Anche nel rapporto con i tifosi ha sempre mostrato maturità. Ed anche questa è una componente importante per riuscire ad emergere in una città come Napoli.
Hamsik Napoli, non solo i gol: il capitano azzurro è fondamentale anche per altro
Dal punto di vista tattico l’apporto di Hamsik è molto prezioso in entrambe le fasi. In tanti lo criticavano quando nella prima parte di stagione il feeling con il gol scarseggiava. Ma il 30enne di Banská Bystrica fa anche altro in campo. In pochi notano delle cose. Ad esempio il lavoro di scarico verso i compagni della difesa per far ripartire l’azione. O quello di appoggio in orizzontale agli altri centrocampisti per riorganizzare velocemente la manovra. Tutte azioni preziose per far rifiatare il Napoli dopo un prolungato pressing o una partita interamente spesa all’attacco. Nel dispendio delle energie profuso in gara, uno come Hamsik risulta irrinunciabile per poter riprendersi in fretta e ricominciare. E sarà così anche in Inter-Napoli di questa sera.
