Una Firenze tutta unita in un lungo abbraccio ha salutato per l’ultima volta Davide Astori. La basilica di Santa Croce e la piazza gremita, in ogni ordine di posto, per il funerale del capitano della Fiorentina scomparso domenica nel sonno, a Udine. Una cerimonia bellissima, molto toccante, ha salutato un ragazzo di 31 anni andato via troppo presto, la cui morte ha colpito tutti gli appassionati di calcio, e non solo. Tanti sportivi, una delegazione di ogni squadra: per il Napoli c’erano Christian Maggio, Edo De Laurentiis e Cristiano Giuntoli. Ma c’erano anche il presidente del Coni Giovanni Malagò, il ministro dello Sport Luca Lotti, il commissario straordinario della Figc Fabbricini e il suo vice Alessandro Costacurta e l’ex ct dell’Italia, Gian Piero Ventura. Presenti poi le delegazioni delle squadre, tra queste l’Inter, con Zanetti e Spalletti, Ranocchia, Borja Valero e Vecino, questi ultimi ex compagni di Astori fino allo scorso anno. All’interno della Basilica c’erano naturalmente anche il sindaco di Firenze Dario Nardella e il presidente del Consiglio regionale della Toscana Eugenio Giani.
Funerali di Astori, le parole dei compagni e del Cardinale
Alle 12:29 la bara di Davide Astori è uscita dalla basilica di Santa Croce. Le migliaia di persone presenti in piazza hanno intonato cori in suo onore, davvero da brividi, come la sciarpata e i fumogeni viola. Ma prima c’è stato il ringraziamento di suo fratello Marco, con la voce spezzata dal dolore, e quello stupendo di Milan Badelj in rappresentanza della Fiorentina: “Tu non sei come gli altri, tu sei il calcio, quello vero, quello puro dei bambini. Sei il fratello o il figlio che tutti avrebbero voluto avere. I tuoi genitori non hanno sbagliato nulla con te, neanche una virgola. Sei stato un uomo con la u maiuscola e noi dovremo dirlo alla principessa Vicky e a Francesca. Tu sei luce per tutti noi”. Molto forti anche le parole del cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze: “Non chiedetemi spiegazioni, non chiedetemi di spiegarvi cosa è successo. In questo tempo di superbia, di fronte alla grandezza della morte, bisogna ritrovare l’umiltà. Abbiamo scoperto in questi giorni, con ammirazione l’impegno di Davide Astori per i bambini malati nel nostro ospedale Meyer e in Paesi lontani. Ma conta tanto anche la testimonianza di suoi compagni più giovani, che in lui hanno trovato una guida preziosa. Firenze riconosce Davide come uno dei suoi, un fiorentino, da sempre e per sempre”.