Il 2018 europeo del Napoli è iniziato nel peggiore dei modo, con un pesante KO per 3-1 tra le mura amiche del San Paolo contro i tedeschi del Lipsia. Un risultato netto che condanna quasi definitivamente gli azzurri all’eliminazione dall’Europa League, competizione comunque non troppo gradita a Maurizio Sarri che in conferenza stampa l’aveva definita ‘folle‘. Un mix di delusione e rassegnazione ha quindi circondato l’ambiente azzurro, con capitan Hamsik in prima linea: “Ci scusiamo con i nostri tifosi. Ieri sera non era il vero Napoli, che attualmente guida il campionato italiano. Non possiamo permetterci prestazioni come questa, non possiamo presentarci in questo modo in Europa. Nel campionato siamo competitivi, dobbiamo diventarlo anche competizioni europee.” Agli azzurri è dunque richiesto un salto di qualità anche in Europa dopo quanto di buono fatto vedere entro i confini nazionali. Il Napoli è infatti primo in classifica in campionato, e duello ormai da diverse settimane con la Juventus per il titolo. Il cammino europeo in stagione è invece l’esatto opposto, con l’eliminazione prematura dalla Champions e il pessimo esordio in Europa League.
Napoli, tra Europa e campionato cambia anche la difesa: i numeri
Esiste quindi evidentemente un Napoli di campionato ed uno in formato europeo, con differenze ben evidenti soprattutto sul piano delle motivazioni che inficiano di conseguenza le prestazioni della squadra. La differenza più evidente è nei numeri difensivi della truppa di Sarri, che ci ha abituati ad una solidità ben diversa. Sono infatti numeri incontrovertibili quelli messi in evidenza dal Napoli in campionato ed Europa. A fronte delle 15 reti subite in 24 partite di Serie A, ci sono le ben 14 in 9 gare europee stagionali tra Champions (play off compresi) ed Europa League. Statistiche evidenti e senza scampo, che condannano proprio la diversa tensione mentale degli azzurri nelle due competizioni.