Domani al fischio finale di Atalanta-Napoli sapremo se gli uomini di Sarri sono realmente maturati al punto da superare anche quegli impegni che già si annunciano probanti e che all’interno di una stagione possono far fare la differenza in positivo in caso di successo. Perché la trasferta di Bergamo già da giorni sembra ai più come una trappola. Si riprenderà a giocare dopo due settimane, all’ora di pranzo per giunta, in quell’orario delle 12:30 che per Maurizio Sarri merita soltanto epiteti ed aggettivi che non è il caso di riportare in questa sede. E come se non bastasse, si scenderà in campo su di un campo estremamente ostico per il Napoli, che nel corso della sua storia ha raccolto pochissime gioie da quelle parti. Nemmeno tre settimane fa proprio l’Atalanta aveva estromesso gli azzurri dalla Coppa Italia sbancando il ‘San Paolo’, e c’è da giurare che le motivazioni della compagine orobica siano a mille, esattamente come nella passata stagione.
Napoli, contro l’Atalanta sarà una trappola
L’anno scorso il Napoli incappò in una bruttissima sconfitta in Lombardia, con la quale iniziò una serie nera protrattasi per tutto ottobre 2016 e per parte dei novembre, fino alla risurrezione di Udine targata Insigne ed alla scoperta di Mertens centravanti. Da lì in poi c’è stato solo qualche altro sporadico stop. Non a caso proprio contro l’Atalanta anche al ritorno. E pure nella corrente Serie A, alla seconda giornata i nerazzurri bergamaschi spaventarono i tifosi azzurri portandosi in vantaggio nella partita di andata, prima che Sarri sparigliasse le carte e riuscisse con i suoi uomini a ribaltare il risultato. Ora servirà una prestazione simile, nella quale anche soffrendo bisognerà vincere. Lì si era imposta la Roma alla prima giornata, con parecchia fortuna, ed è stata fermata la Juventus. Per questo vincere per il Napoli sarebbe significativo, non tanto per la corsa scudetto che vedrà comunque molti altri punti ancora in palio, quanto per un discorso mentale e caratteriale. Tra l’altro ci sono dei dubbi relativi alla presenza di Marek Hamsik, ma tutti questi fattori di difficoltà vanno interpretati come un fattore in grado di spronare i giocatori azzurri, per spingerli ad ottenere il massimo anche nelle avversità.