Simone Verdi non verrà al Napoli, né ora né probabilmente a giugno a questo punto e né mai. Il giocatore a 26 anni non se l’è sentita di compiere il grande salto che solitamente altri affrontano già prima. Ed a questo punto gli obiettivi diventano altri, ma sul piano non propriamente tecnico e più umano, la società azzurra può di che sorridere per non aver portato nelle proprie fila un elemento evidentemente non pronto dal punto di vista caratteriale. Probabilmente qualche altro treno importante passerà per Verdi, magari già in estate, viste le tante cose buone che sta dimostrando in una piazza modesta come Bologna. Ma il punto è proprio questo: fare emergere le proprie doti in un contesto relativamente semplice come di fatto è quello rossoblu non è affatto lo stesso che farlo in una piazza che ambisce allo scudetto e che da diversi anni consecutivi prende parte alle coppe europee. Se il rischio era quello di vedere Verdi con la tremarella alle gambe, meglio allora che con il Napoli non se ne sia fatto niente.
Napoli, servono gli uomini prima che i calciatori: e Verdi forse non lo è del tutto
Parliamo di un giocatore sicuramente meno forte dei vari Insigne, Callejon e Mertens, che comunque Sarri già conosceva e che presumibilmente non avrebbe impiegato molto per compiere lo step che avrebbe dovuto fare già da un pò di tempo. Certo, Verdi ormai si può considerare nel giro della Nazionale, ma questa sua scelta di dire no al Napoli per restare a fare il titolare al Bologna sarebbe stata comprensibile con un Mondiale da giocare tra pochi mesi. Così non è, e l’augurio almeno è che non ci siano alle spalle le solite fidanzate o i club del Nord, perché a quel punto sarebbe meglio dirlo chiaramente anziché prendere in giro una tifoseria capace di esaltare anche il più normale dei giocatori. Verdi dice di non essersela sentita: a questo punto però, a 26 anni, in quale altra big vorrebbe andare a giocare?