Marek Hamsik, capitano e bandiera del Napoli che ha superato Diego Maradona nella classifica di tutti i tempi delle reti segnate in maglia azzurra, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de “Il Corriere dello Sport” parlando del suo gol più bello: “Quello con il Milan: settanta metri di campo, palla al piede, senza vedere niente intorno, con lo sguardo perso, mentre mi avvicinavo alla porta avversaria. Quasi senza pensare, sino al limite area: tiro, no finto, Kaladze va da una parte ed io calcio e segno sul primo palo”. Mentre quello più emozionante: “Il 3-2 a Torino in casa della Juventus, per come è maturato, visto che eravamo andati in svantaggio per 2-0, per quello che sapevo valesse per la città. Poi l’abbraccio a peso morto su una parte della tifoseria che incrociai mentre correvo come un matto. Quella sera ho capito più di ogni altra volta cosa significasse vincere con i bianconeri”. Invece, lo slovacco ha scelto anche quello più romantico: “A Bratislava, contro lo Slovan, con tutta la mia famiglia in tribuna, tra i miei amici, tra la mia gente, con quello che ti riesce di vivere dell’infanzia, dell’adolescenza, di momenti che rimangono dentro una vita”.
Da tanti anni nella città partenopea Marek Hamsik ha ribadito la sua voglia di continuare a giocare a Napoli: “Perché mi volle quando ero ancora un ragazzino, avevo vent’anni. E non mi sono mai pentito, neanche all’arrivo, quando un gruppo di tifosi contestava la società per il mercato. Lo scoprii dai giornali, non li avevo neanche sentiti. Qui sono felice io e i miei familiari. qui mi hanno fatto sentire a casa, in ogni momento. Perché la città è bella e la gente è calorosa. Quando sono stato tentato da Juventus e Milan, non ho mai vacillato: un po’ non mi sentivo pronto, un po’ non volevo andar via. Professionalmente ed umanamente mi sento realizzato e credo – anche se il calcio non spinge a previsioni – che la mia carriera finirà qui”. Infine, il capitano del Napoli ha concluso parlando degli allenatori avuti nella sua avventura partenopea: “Ho ricevuto da chiunque, chiaramente in maniera diversa. Sono grato a tutti, ma penso che Sarri abbia contribuito in maniera decisiva al mio cambiamento. E fa niente che mi sostituisca quasi sempre…”.
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