Vacanze finite. Sabato il Napoli ha ripreso ad allenarsi a Castelvolturno dopo una settimana di relax per i calciatori azzurri in giro per il mondo. Maurizio Sarri, non contento della sosta di metà gennaio, cercherà di preparare al meglio la prossima sfida di campionato contro l’Atalanta, una compagine che ha sempre messo in grossa difficoltà Mertens e compagni. Il 2018 per gli orobici è iniziato nel migliore dei modi con due vittorie esterne importantissime: il 2 gennaio in Coppa Italia al San Paolo proprio contro i partenopei e in campionato, dopo quattro giorni, espugnando l’Olimpico di Roma per 1-2 con le reti di Cornelius e De Roon.
Lo stesso allenatore del Napoli, al termine della sconfitta in Coppa Italia, ha svelato ai microfoni di Rai Sport le difficoltà incontrate contro gli uomini di Gasperini: “L’Atalanta è una squadra fisica ci mette sempre in difficoltà: anche in campionato è successa la stessa cosa. Contro la squadra di Gasperini bisogna giocare con un’attenzione difensiva feroce e non ti concede tantissimo in attacco”. In una vecchia intervista alla rivista sportiva “Il Nuovo Calcio”, invece, il tecnico dell’Atalanta ha spiegato in maniera dettagliata il suo modo d’intendere calcio, capace di non dare tanti spazi agli avversari: “Per quanto riguarda i principi del mio calcio, nella fase difensiva ci sono due strade: ti abbassi sotto la palla e copri le linee di passaggio aspettando l’errore del tuo avversario oppure vai a contrastarlo, aggredendolo e portando pressione. Tra le due è chiaro cosa preferisco, però capita anche di retrocedere e fare densità. O di portare pressione ad altezze diverse del campo”. Quello dei nerazzurri è un calcio dispendioso, soprattutto in fase di non possesso, per andare a contrastare ad uomo nella zona di campo tutti gli avversari come ha aggiunto chiaramente Gasperini: “Nessuno dei miei giocatori cambia settore di campo per andare a contrastare un avversario girando a caso per il terreno di gioco. Ognuno ha le sue zone di competenza e in queste deve essere generalmente molto aggressivo con l’avversario. Deve sfidarlo, giocare sull’anticipo, andare in marcatura in avanti. Poi ci sono i raddoppi, le coperture – preventive o meno. È riduttivo dire che giochiamo solo uomo contro uomo”.
L’Atalanta è una squadra rognosa e difficile da affrontare per tutte le squadre, italiane e non, come svelò Luciano Spalletti, attuale allenatore dell’Inter, in un’intervista a “La partita perfetta’: “Sono andato a vederli nella penultima partita a Empoli. Tutti gli elementi hanno grande capacità di corsa e sono capaci di metterla uomo contro uomo sui cento metri. A questo punto per l’avversario diventa difficile: questo strapotere fisico che hanno nella loro totalità ti crea problemi. Il loro uomo ti segue per tutto il campo: tu magari crei il ‘buco’ e pensi, ‘Ci vado,’ ma ci arriva sempre prima quello che ti marca. Perché hanno corsa, recuperano posizioni, la mettono sulla continuità per novanta minuti. Corrono fino alla fine. E i suoi allenamenti, perché poi tanto le cose si sanno, dicono questo. Fa anche delle partite a tutto campo: dà dei minutaggi di partite a tutto campo sette contro sette, proprio per ampliare ai giocatori quelli che sono gli spazi che bisogna coprire. Quella che è la metratura che ogni elemento deve coprire in una partita: è già statistica. Però lui te la allarga ancora di più: bella esercitazione, sì. Ma se non hai quelli che fanno cento metri in dodici secondi diventa difficile”. Un calcio atipico al giorno d’oggi che, però, ha portato alla consacrazione definitiva di Gian Piero Gasperini come allenatore con la valorizzazione di giovani di prospettiva, come per esempio Kessie, Conti e Gagliardini, venduti a peso d’oro nella scorsa stagione a Milan ed Inter.
Atalanta-Napoli © Getty Images
Atalanta-Napoli, punti forti e punti deboli di Gasperini
Nell’ultima gara di campionato all’Olimpico contro la Roma, nonostante più di quarantacinque minuti in inferiorità numerica a causa dell’espulsione di De Roon, l’Atalanta è riuscita a portare a casa tre punti preziosi a dimostrazione della grande cooperazione dei reparti e del grande lavoro settimanale messo in atto a Zingonia. Lo scorso anno, dopo un inizio non troppo esaltante con quattro sconfitte nelle prime cinque partite e con la possibilità anche di esonero da parte della società bergamasca, Gasperini cambiò le carte in tavola modificando leggermente il proprio assetto con l’inserimento nell’undici titolare di giovani validi e pronti proprio nel match di campionato d’andata contro il Napoli come Caldara, Gagliardini e Petagna.
Partendo dall’ultima vittoria contro i giallorossi di Di Francesco ed analizzando nel dettaglio le fase di gioco dell’Atalanta si possono notare in maniera chiara i concetti sopraelencati con la capacità dei giocatori di portare pressione in ogni zona del campo grazie al 3-4-3 adottato da Gasperini. I due esterni di centrocampo, rapidi e dotati di una buona forza nella gambe, sono l’ago della bilancia dei meccanismi di gioco dei bergamaschi: in fase di non possesso la difesa diventa a cinque con le uscite in pressione dei tre centrali a turno con la successiva scalata dei due laterali. In questo modo l’Atalanta concede pochissimi buchi agli attaccanti avversari ed è sempre compatta in fase di non possesso. In quella offensiva, invece, i due laterali vanno a ricercare l’ampiezza, altro concetto molto caro a Gasperini, come ha spiegato sempre alla rivista “Il Nuovo Calcio”: “In fase di possesso per me, quello più importante, era e rimane l’ampiezza. Voglio sempre sfruttare tutto il campo. Poi, per ogni squadra che si allena bisogna trovare gli accorgimenti giusti in base alle caratteristiche dei giocatori. Posso avere gli stessi principi, ma modificare piccoli particolari per far rendere al meglio un sistema”. Il Napoli dovrà così non dare punti di riferimento ai giocatori orobici, in grado di venire a pressare in ogni zona di campo. I cambi di posizione con gli inserimenti costanti in area dei due interni di centrocampo (Allan-Zielinski ed Hamsik); l’uscita dell’attaccante centrale per non essere seguito dai centrali dell’Atalanta (Mertens a tutto campo) e il convergere dentro al campo dei due esterni offensivi (Callejon e Insigne) saranno la chiave per risolvere il match di Bergamo.
Roma-Atalanta 0-1, la rete di Cornelius
Il primo gol dell’Atalanta all’Olimpico racchiude tutti i concetti del gioco di Gasperini. La Roma, in fase di possesso, è costretta a lanciare con Florenzi appoggiandosi all’ariete Edin Dzeko seguito ad uomo da uno dei tre centrali, Caldara. Palomino, che in un primo momento era uscito dalla linea per tentare di leggere la giocata dei giallorossi, rientra velocemente formando di nuovo la linea. La Roma è costretta a tornare indietro con Florenzi che serve il vertice del centrocampo a tre, Gonalons, pressato da Ilicic in quella posizione di campo in fase di non possesso. Il metodista francese sbaglia incredibilmente passaggio all’interno di Strootman, già pressato da De Roon che recupera un pallone prezioso, da cui nasce il momentaneo 0-1 della squadra di Gasperini.
Atalanta a Roma (3-4-1-2): Berisha; Toloi, Caldara, Palomino; Hateboer, De Roon, Freuler, Spinazzola; Ilicic (1’ st Cristante); Gomez (23’ st Masiello), Cornelius (16’ st Petagna).
Ecco il video completo dell’azione
Vincere a Bergamo darebbe al Napoli ancora di più quella carica per arrivare fino in fondo, senza perdere terreno rispetto alla Juventus.