Cannavaro: “La Coppa Italia con il Napoli ha un sapore unico, mi manca la mia città”

Cannavaro, Sassuolo
Cannavaro ©Getty Images

Paolo Cannavaro, ex capitano del Napoli che ha lasciato il calcio giocato per intraprendere la nuova carriera da allenatore come collaboratore di suo fratello Fabio in Cina, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Sky Sport: “Ho deciso di smettere perchè ho ritenuto che era il momento adatto, inizierò la carriera da allenatore con mio fratello Fabio. Non ho vinto tanto, ma quella Coppa Italia alzata con il Napoli per me ha un sapore unico. Nell’ultimo anno di Mazzarri ho veramente sperato di poter vincere lo Scudetto con il Napoli, eravamo una squadra che nel corso degli anni erano diventati campioni. Sarebbe stato stupendo ed unico vincere lo Scudetto con il Napoli”. Il suo amore per Napoli è immenso: “Io amo Napoli, mi manca la città di Napoli, sono certo che tornerò a Napoli e morirò nella mia città. Mi piacerebbe anche tornare a lavorare nel Napoli sotto altra veste. Napoli per me è tutto”.

Napoli, Cannavaro racconta il suo ritorno

Dopo aver svolto tutta la trafila del settore giovanile con il Napoli e dopo le esperienze di Parma e Verona, Paolo Cannavaro tornò a vestire la maglia azzurra nell’estate del 2006 come lui stesso ha raccontato: “Fedele mi telefonò e mi disse che c’era la possibilità di vestire la maglia del Napoli perchè Marino mi voleva. Stop, dissi subito sì. Volevo assolutamente tornare a giocare nel Napoli. Sul mio corpo è tatuata la data della promozione in Serie A. Con i tifosi ho avuto un rapporto eccezionale. Una ferita dolorosa è un Napoli-Torino al San Paolo, venivamo da tre mesi difficili, fui tremendamente fischiato dai tifosi ogni volta che toccavo il pallone. Chiesi a Contini di passarmi il pallone e sparai il pallone in tribuna, non riuscivo a capire perché i tifosi fischiavano proprio un napoletano, non me lo meritavo. Da quel momento però mi sono svegliato e ho cercato di fare ancora meglio. Da quel momento sono stato ancora più amato dai tifosi”. Infine, l’ex capitano del Napoli ha concluso esaltando la qualità di Lorenzo Insigne: “Gli auguro quello che volevo diventare io per il Napoli, lui può diventare il Totti di Napoli. Talento eccezionale, la società lo deve preservare. Lo paragonai subito ad Ortega, un talento che fa innamorare immediatamente. Caratterialmente deve restare così, è un giocherellone. Gli auguro grandi cose”.

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