Campionato in pausa e calciatori al caldo dell’equatore per combattere lo stress mentale e fisico. Uno stop al campionato che arriva nel momento in cui il Napoli ha alle calcagna la Juventus più agguerrita di quest’anno, decisa a contendere fino alla fine il titolo agli azzurri anche grazie ad un Calvarese da votare come migliore in campo dei bianconeri. E allora via alla musica, come sempre.
La pazienza do’ pappece
È servita un’ora per sbloccare una partita che già aveva l’alone della maledizione. Il primo tempo non ha lasciato dubbi sulla superiorità del Napoli rispetto al Verona, schiacciato letteralmente nella sua metà campo e costretto ad immaginare la metà campo azzurra, mai calpestata fino al tentativo di Pazzini verso la fine della ripresa.
Vincere contro gli scaligeri è stata un’opera di pazienza, virtù che ha permesso agli azzurri di scavare una trincea intorno all’area di rigore avversaria e circondare con tutti gli effettivi gialloblù. E così, come la difesa veniva considerata l’anello debole, il Napoli sblocca la partita con quella che era considerata l’arma offensiva meno letale fino a questo momento: il calcio piazzato.
We’ll come together fine/ all we need is just a little patience
Back in black
Il 2018 è arrivato da qualche giorno e nel mondo del calcio, ma in generale nel mondo, c’è ancora chi pensa al razzismo come strumento di offesa ed emarginazione. A Cagliari l’ultimo episodio di razzismo da condannare, con Matuidi che suo malgrado si è ritrovato oggetto di insulti a sfondo razziale. Proprio quando poche ore prima, nel match del San Paolo, l’uomo decisivo era stato un omaccione di colore venuto dal Senegal. Abbiamo quasi terminato gli aggettivi per descrivere il talento e l’incredibile forza fisica di Kalidou Koulibaly, ma ogni occasione è buona per sottolinearlo.
In alcuni episodi sembra che gli avversari lascino il pallone lì piuttosto che rischiare di affrontarlo nell’uno contro uno. Uno strapotere a 360° che per fortuna degli azzurri non ha vissuto i sistematici cali di tensione ed errori banali già visti in passato, divenuti ormai solo uno sbiadito ricordo. E in un mondo in cui Van Djik viene (stra)pagato 85 milioni, tutti ma proprio tutti si chiedono: “Allora quanto vale Kalidou?”. La risposta è sempre “tanto”, ma evitiamo di andare sui numeri, perché fare un calcolo del genere vorrebbe dire pensare di privarsi di uno dei difensori più forti d’Europa. E non è proprio il caso.
Il triangolo sì
Lui chi è? Come mai l’hai portato con te? Il suo ruolo mi spieghi qual è?
Sembra che questa canzone di Renato Zero del ‘78 sia stata scritta per il mercato di gennaio del Napoli, giusto quarant’anni dopo. Sono Verdi e Deulofeu le alternative che il Napoli sta trattando durante la campagna invernale di rafforzamento. Giocatori con caratteristiche diverse ma entrambi adattabilissimi al 4-3-3 azzurro, anche in termini di velocità di inserimento. Il primo è certamente il preferito di Sarri e Giuntoli, anche perché il talento italiano maturato quest’anno a Bologna è già stato allenato dal tecnico al tempo in cui era considerato un meraviglioso frutto acerbo.
Adatto a ricoprire tutti i ruoli dell’attacco, Verdi potrebbe dare a Sarri anche la possibilità di variare modulo in caso di difficoltà con un passaggio al 4-2-3-1. Il catalano invece ha nel suo repertorio una velocità palla al piede degna di un centometrista. Caratteristiche che in questo momento mancano agli attaccanti azzurri, tutti brevilinei e letali negli spazi stretti più che nel campo aperto. La scelta dunque sarà condizionata, oltre che dai prezzi e la volontà dei calciatori, anche dalla variante tattica che Sarri vorrà dare alla squadra.
…d’accordo ci proverò, la geometria non è un reato,
garantisci per lui, per questo amore un po’ articolato…