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LIGHT BLUES – Crotone-Napoli, Zenga butta via la tua televisione

Sounds like light blues by Napolicalciolive.com

Crotone–Napoli è la dimostrazione che le partite semplici, quelle che sulla carta puoi portare a casa con grande facilità e vagonate di gol, in realtà non esistono. Sarri non è cascato nella trappola di Zenga ed ha voluto schierare il suo Napoli con la migliore formazione per aggiudicarsi i 3 punti che danno agli azzurri il platonico titolo di Campione d’inverno e mettono pressione alle avversarie all’inseguimento.

Butta via la tua televisione

Partita dominata. Numeri che segnano il predominio del Napoli in ogni luogo del campo, lasciando agli avversari occasioni casuali, tutte su errori di appoggio e contropiede. Eppure, tanto è bastato per far recriminare a Zenga e ai pitagorici un fantomatico rigore per fallo di mano di Mertens. Premesso che la velocità del pallone ed il liscio di due calciatori appena prima di Dries non hanno permesso al belga di mettersi in modo composto con il corpo, pensare ad una partita “falsata” per mezzo (forse ¼) di episodio è lo spettacolo peggiore che il calcio possa offrire.

Non una novità per Zenga, abitudinario della protesta folkloristica fine a se stessa, che opta per la sincerità solo quando ammette di essere davanti ad una squadra troppo superiore. E allora che importa se nell’altra area di rigore c’è un fallo ancor più clamoroso su Koulibaly? Mio caro Walter, se devi scegliere la lamentela, prova ad ampliare la visione a tutto il match; pesa bene gli episodi, i numeri, il predominio e solo a bilancio attivo avrai qualcosa per cui protestare. Il resto è solo show, un bruttissimo show.

48: il morto che parla napoletano

48 punti. 96 nell’intero anno solare. Se le regole del campionato fossero come in Argentina, il Napoli avrebbe vinto due scudetti e distrutto una quantità di record da far girare la testa. Purtroppo però, questo non è il campionato di Apertura, ma solo il giro di boa per un’imbarcazione sempre più veloce e lontana dalle bonacce.

Ad inseguire lo splendido veliero azzurro, c’è il transatlantico bianconero, abituato alle lunghe tratte e alle mareggiate pericolose. Solo per questo più temibile di chi fa capolino dietro la grande mole del piroscafo juventino, con Inter e Roma che rischiano di perdersi nell’ammirare l’armata azzurra allontanarsi all’orizzonte. In tilt anche le bussole, quelle che solitamente puntano a nord, ma che stavolta sembrano attirate dalla bellezza magnetica del gioco azzurro. Un’espressione di calcio mai vista dalle parti di Torino, anche perché troppo concentrati nel vincere a tutti i costi per lasciare un segno nell’estetica del pallone.

Non sei una bellezza ma va bene così

Una partita senza niente di speciale, a parte i 3 punti. Una prestazione che non verrà ricordata di certo per bellezza e unicità delle giocate, ma che permette agli azzurri di dormire sonni tranquilli, almeno per questo 2017. O almeno fino al match contro il Verona, in cui il Napoli dovrà sottolineare il primato ed iniziare il girone di ritorno con il piede giusto. Quest’anno la bellezza nuda e cruda ha lasciato il posto al pragmatismo, emerso a sorpresa con le vittorie per 1-0, e sconosciuto fino all’inizio di questo campionato.

Solidità difensiva inimmaginabile o quasi se pensiamo che a bocce ferme, il reparto difensivo azzurro veniva considerato come il vero e proprio anello debole. E invece, il Maestro Sarri ha smentito ancora tutti. Non bastava l’invenzione di Mertens centravanti a spiazzare i detrattori, serviva qualcosa in più, qualcosa di inaspettato come la neve ad agosto di Gigi D’Alessio. Alla lunga, questa solidità sarà la vera forza di una squadra che dalla metà campo in su dà sempre l’idea di poter far male. Perché nella metà campo avversaria basta uno scatto, una giocata, una semplice idea di un calciatore qualunque per far male a tutti.

dammi un po’ di fiducia, c’è magia in questa notte
non sei una bellezza, ma a me vai bene così
e per me va tutto bene così

A cura di Claudio Pomarico

Claudio Pomarico

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Claudio Pomarico

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