Non smettere mai di sognare. Lo sa bene Emanuele Berrettoni, 36enne attaccante del Pordenone, che ha vissuto una notte magica a San Siro contro l’Inter. Una partita storica che verrà ricordato per tanti anni dai tifosi “ramarri”. Alla fine l’hanno spuntata gli uomini di Luciano Spalletti vincendo soltanto ai calci di rigore con la formazione di Leonardo Colucci soddisfatta di aver messo per tanti minuti la prima della classe in Serie A. E proprio l’attaccante romano ex Napoli è tornato a respirare l’aria della massima serie dopo tanti anni a girovagare per i campi di C. Nella sua lunga carriera Berrettoni, inoltre, può vantare anche una presenza in Champions League con la Lazio debuttando nella massima competizione europea il 7 novembre 2000 sostituendo nell’intervallo Marcelo Salas nella vittoria in trasferta contro lo Sparta Praga. Meglio pure di Maurito Icardi, come testimonia il tweet del Pordenone Calcio, che in questa settimana si è lasciato andare ad una campagna social straordinaria in vista di una partita storica.
Ventisei settembre duemilaquattro. Napoli-Cittadella 3-3, l’esordio al San Paolo della neonata Napoli Soccer. In quella formazione, la prima in campo con quella maglia azzurra che in certo qual modo o nell’altro ha fatto la storia del club, c’era anche Emanuele Berrettoni, davanti a ben 50mila spettatori. Come San Siro, più di San Siro. Non certo una prestazione indimenticabile, come non fu indimenticabile la stagione vissuta col Napoli. Tredici presenze e zero gol, ma un segno comunque importante in una squadra che ci resterà per sempre nel cuore. Dopo l’esordio in Champions e tante belle promesse, l’ex laziale non ha mai confermato le aspettative sperperando il suo talento e scendendo di categoria anno dopo anno. Scelte sbagliate, allenatori che non hanno mai creduto realmente in lui e chissà cos’altro, Berrettoni è stato così costretto a diventare un giocatore di terza fascia giocando per anche in C2 con la maglia del Bassano dal 2006 al 2009, senza dubbio l’esperienza migliore della sua carriera. Verona, Ascoli e Pordenone le sue ultime squadre per terminare nei migliori dei modi una carriera ricca di rimpianti. Ma con una soddisfazione enorme, quella di far parte di un altro pezzo di storia: ieri sera il Pordenone è andato vicinissimo all’impresa, ma alla fine il risultato conta poco. Ciò che conta è esserci, e Berrettoni c’era. Proprio come in quel settembre di tredici anni fa.
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