Calendario Napoli 2018, Formisano: “In questi anni abbiamo venduto oltre 550mila copie”

Squadra Napoli
SSC Napoli © Getty Images

Nel primissimo pomeriggio la SSC Napoli ha presentato il calendario 2018 della squadra azzurra, con una conferenza stampa organizzata alla Stazione Marittima. Insieme ad Alessandro Formisano, l’Head of Operations della società partenopea, sono intervenuti anche i calciatori azzurri Faouzi Ghoulam Arek Milik. I primi a prendere la parola sono stati però alcuni sponsor. Successivamente è toccato al direttore Formisano: “Ricordo gli inizi di questa iniziativa. Iniziammo nell’attuale palestra, faceva freddo ed i giocatori erano perplessi, ma poi furono presenti anche quando non scattavano. Fu un’opportunità divertente, goliardica. Il Corriere dello Sport ci affianca nella distribuzione, gli amici erano scettici persino sul recuperare le spese di stampa, ma poi ci chiesero la ristampa. Nella logica di un’azienda questi sono contenuti che creano nuove linee di ricavo, ma un’opportunità per dimostrare cosa siamo in grado di fare al di là del terreno di gioco. In questi anni abbiamo venduto oltre 550mila copie, un numero impressionante, con i risultati di grande aziende al nostro fianco”.

Napoli, focus sul calendario

Formisano ha quindi proseguito spiegando: “Il focus è sempre rivolto alla città di Napoli, negli anni abbiamo raccontato storie ironiche ispirate alle tradizioni, al cinema, all’ironia. Quest’anno siamo andati un po’ oltre, per avere una legittimità editoriale, legandoci ad eccellenze del territorio come la Reggia della Caserta, il museo archeologico nazionale, la sovraintendenza e il Palazzo Reale. A Madrid facemmo un giro con una guida col presidente ed i dirigenti e quasi in tutti i posti veniva citato Carlo III, lo stesso che conosciamo noi e che ha fatto diventare Napoli una capitale. In quell’epoca meravigliosa quel re fece cose grandiose e così si spiega la copertina di quest’anno sui Re di Napoli. Dietro c’è un lavoro di qualità, grosse personalità nel loro ambito, non è di certo un lavoro improvvisato”.

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