“In tv guardo solo il Napoli, è l’unica squadra che mi diverte assieme al Manchester City“. Lo afferma Roberto Inglese all’edizione odierna de ‘La Gazzetta dello Sport’. L’attaccante del Chievo, di proprietà proprio degli azzurri, parla della sua situazione attuale e tocca anche diversi altri argomenti: “Al Chievo è come stare in una grande famiglia. Il presidente Campedelli è sempre accanto alla squadra e noi giocatori capiamo quando sta male o quando è euforico a seconda del nostro andamento. Il ‘Bentegodi’ è uno stadio che sa darti la carica, sembra spesso vuoto ma non è così. In carriera ho vissuto un periodo in cui per 5 anni sono sempre stato dato in prestito, poi ho messo radici qui, dove ho sempre saputo che avrei fatto bene. Andrò via dai gialloblu ma prima di smettere, tra molti anni, mi piacerebbe ritornare al Chievo come sorta di ringraziamento per avermi valorizzato”, dice Inglese, che ha buone possibilità di finire al Napoli a gennaio.
Inglese ammette di avere la lacrima facile: “Mi commuovo facilmente e non ho problemi a dirlo, ma nel calcio è stato solo il dolore fisico a farmi piangere, quando col Carpi mi uscì la spalla dopo che mi capitò per la prima volta al Pescara. Col Lumezzane invece subii la frattura del Perone. Sono molto credente e prima di ogni partita bacio un rosario di legno, è un regalo della mia compianta nonna. Prego tutte le sere da sempre”. Quando Inglese ha avvertito che la propria carriera a 26 anni potrebbe svoltare? “È stato nella scorsa stagione, in cui terminai il campionato in doppia cifra pur senza giocare sempre, un aspetto che comunque non mi ha mai creato problemi. Anzi, il fatto di non essere titolare mi è sempre servito da stimolo. Adoro l’inno della Champions League, ogni volta che lo ascolto alzo il volume al massimo. Una volta la mia fidanzata Elena mi aveva interrogato in proposito, mi sono messo a cercare tutte le informazioni possibili e ho scoperto che ha il testo in inglese, francese e tedesco e che venne composto da Britten. E penso che ascoltarlo in campo deve essere i quarti. La prossima settimana contro il Feyenoord tiferò per il Napoli. E per il Manchester City“.
Sull’ingaggio del Napoli lo scorso 31 agosto: “Gli azzurri avanzarono una offerta ufficiale per me alle 7 di sera, a quattro ore dalla fine del calciomercato estivo. Non c’era molto tempo. L’accordo si è trovato subito, ma già all’indomani non ho fatto altro che pensare al Chievo, ad allenarmi ed a fare bene. Giuntoli mi conosce dai tempi del Carpi e penso che mi abbia scelto proprio perché sono molto dedito al lavoro e non mi lascio distrarre da altri fattori. Mi hanno detto che al Napoli giocano in funzione del centravanti, ma so che bisognerà fare bene in allenamento e non restare mai indietro. Quando mi sono allenato con Insigne in Nazionale ho capito tante cose, in azzurro c’è una orchestra dove se stoni non funziona più nulla”.