Il Napoli torna in vetta e ricorda a tutti che il primo posto dell’Inter durato qualche ora non è stato altro che un’occupazione illecita, durata giusto il tempo di parlare dei nerazzurri come la vera concorrente allo Scudetto. Giornata dopo giornata, la squadra di Spalletti è riuscita a rimanere così in alto soprattutto grazie alle superlative parate di Handanovic e la freddezza di Icardi nei 16 metri avversari, ma basteranno per tutto il campionato?
La nostra pelle
Una vittoria di misura per confermare la solidità difensiva mostrata fino ad ora. Una vittoria per svestirsi dai panni di “belli ma non vincenti” che non appartengono più a questa squadra. Gli azzurri di quest’anno infatti indossano un vestito molto più ricercato, in cui bellezza e praticità vanno di pari passo e mai fuori sincrono. Merito del lavoro fatto sulla testa dei calciatori, in un processo innescatosi quasi per caso dopo le sfide al Real Madrid dello scorso anno.
Perché quando riesci a tenere testa alla squadra più forte d’Europa per due partite, è difficile credere che sia frutto del caso e non del lavoro quotidiano sul campo. Il Napoli ha ormai una fisonomia propria, lontana da ogni tipo di paragone con il passato ed il presente. Una pelle azzurra su cui meriti e demeriti non hanno riferimenti, ma solo unicità. E allora perché c’è ancora chi parla di cambiare e cercare alternative? Per raggiungere la vittoria non esiste strada differente da questa, quindi lasciamo ad ogni squadra la propria identità e teniamoci stretta la nostra.
“A volte vorrei lasciarmi, ma non saprei con chi altro andare”.
Non è la gelosia
La cosa che più ha sorpreso del dopo partita di Udinese-Napoli sono certamente le polemiche per il rigore concesso agli azzurri. C’è chi ha parlato addirittura di rigore inesistente e di Napoli favorito oltremodo dalla tecnologia, la stessa che inspiegabilmente riesce (a detta loro) a danneggiare Buffon e compagni perché “non tutti i contatti sono da rigore”. Quest’ultimo per fortuna è un concetto chiaro a tutti gli addetti ai lavori, soprattutto agli arbitri, ma proprio non va giù a chi mediamente 7/8 punti li portava a casa grazie a decisioni sbagliate o quantomeno dubbie.
Per fortuna però, la bellezza del mezzo tecnologico è tutta nella democraticità del suo utilizzo. Le scelte infatti sono esclusivamente frutto di una valutazione oggettiva e non condizionata in qualche modo dalla maglia indossata dai soggetti in questione. Con il passare del tempo si stanno perfezionando le modalità di utilizzo ed il tempo trascorso per prendere la decisione, ma si sa che si hanno pochissimi elementi per criticare questo Napoli. Allora ci si chiede, non sarà l’invidia a far parlare i commentatori lamentosi?
Per un venerdì da… immortali
Quella con l’Udinese è stata senza dubbio una prova generale perfetta se pensiamo ai colori friulani e quelli juventini, una sorta di simulazione che lentamente ha messo la squadra nella condizione di realizzare che alla sfida importantissima con la Juventus mancano solo pochi giorni. Una partita importante sì, ma non decisiva. C’è la possibilità di andare a +7 ed avere il primo vantaggio negli scontri diretti che potrebbe aiutare nel bilancio di fine stagione. Ancor più importante però, sarebbe la carica di fiducia e forza ulteriore che questa vittoria potrebbe dare agli uomini di Sarri.
Un entusiasmo che aiuterebbe soprattutto chi gioca di più, perché recuperare energie con il vento in poppa è meglio di quando si è fermi in bonaccia. Durante la partita sarà importante essere pazienti, perché la Juve come da tradizione provocherà e occluderà tutti gli spazi centrali della verticale Reina – Abiol – Jorginho – Mertens, metri di campo in cui la velocità del Napoli può diventare letale per i compassati juventini. Sarà quindi fondamentale allargare la difesa con giocate sulle fasce accompagnate da un ritmo di palleggio molto alto.
Nun so’ nisciune! So’ muorte che camminano e si me state a senti’ a me, c’ ‘e facimme a tutte quante!
Perdonate la citazione gomorriana scontata, ma è stato bello immaginare per un attimo che la stessa potrebbe essere nel discorso pre-partita di Sarri. Nuje vulimm ‘na speranza.
a cura di Claudio Pomarico