Dries Mertens ha rilasciato un’intervista a ‘Het Laatste Nieuw’ parlando anche della clausola rescissoria e del suo futuro. L’attaccante belga si è poi soffermato anche sulla sua esperienza al Napoli, sul rapporto con Sarri, sulla lotta Scudetto, sul rapporto con i tifosi azzurri e molto altro.
L’ultimo anno in azzurro
Mertens ha commentato gli ultimi dodici mesi al Napoli: “Sono stati folli, ma a volte non dovrei pensare troppo. Quando finirò la carriera, avrò tempo per pensare a tutto quello che mi è accaduto. So che non sono Messi o Cristiano Ronaldo, non mi considero un giocatore di livello mondiale. Mi aiuta tanto il gioco del Napoli. Qui, raggiungerò sempre i miei obiettivi. Non vorrei nemmeno essere al posto di Messi o Ronaldo. Loro non hanno una vita normale. Sono contento di essere Dries Mertens”. Il belga ha poi dato un voto alla sua scorsa stagione: “Nove. Perchè non abbiamo vinto lo Scudetto e perché non sono stato capocannoniere”. Sul rapporto con i tifosi ha detto: “Prima era diverso. Avevo un buon rapporto con Higuain, spesso andavamo assieme a mangiare. I tifosi lo infastidivano costantemente, mentre io potevo mangiare tranquillo. Gonzalo era irritato da questi atteggiamenti, e io pensavo che non doveva essere divertente quella pressione. Non è facile, ora la sto vivendo, ma sono più tranquillo rispetto a lui”.
Il periodo difficile in panchina e l’entrata nella top 30 per il Pallone d’Oro
Commentando il nuovo ruolo, Mertens ha aggiunto: “Il mister diceva che cambiavo la partita. I sostituti possono cambiare una gara solo se sono buoni calciatori. Bisognerebbe dar loro l’opportunità di essere titolare una volta ogni tanto. Ora è chiaro a tutti che meritavo di giocare di più. Sarri lo sa, abbiamo una grande relazione. Ha ammesso che avrebbe dovuto farmi giocare di più, ma pensava di stare facendo la scelta migliore in quel momento. L’anno scorso, nel match col Benfica, mi disse: “Ascolta, parti in panchina. Sento che farai la differenza nel secondo tempo”. Dopo 60 minuti sono entrato, sullo 0-0, e abbiamo vinto 1-2, diedi un assist a Callejon e feci un gol. Il mister mi ha detto, poi: “Scusami, ma lo sapevo”. Ho capito cosa voleva dire, a volte le gare si aprono col tempo”. Dovrebbero fare un documentario sul mister. A volte ci dice: “Vengo dalla merda e ora sono in Champions, nessuno ce la porterà via. Fantastico. Anche le nostre carriere si somigliano. Non sono Tielemans che giocava nella prima squadra dell’Anderlecht già a 16 anni. O Lukaku, che non sa cosa voglia dire giocare solo una volta a settimana. Ho lavorato, come Sarri. E mi piace”.
Com’è Sarri: Mertens racconta il mister
L’attaccante del Napoli ha poi descritto Sarri in tutti i suoi pregi e difetti: “Oltre a fumare costantemente e bere molto caffè, Sarri legge tantissimo. Viene dal mondo dell’economia, è ossessionato dalle statistiche e tatticamente fortissimo. La sua filosofia ha suscitato grande interesse tra i giovani allenatori. Il rispetto che ha ricevuto da Guardiola dimostra che il mister sa quello che fa. E’ davvero un grandissimo allenatore, e lo dicevo anche quando ero in panchina (ride, ndr). Oh, un’altra cosa: la sua scaramanzia è incredibile. Un giorno ci alleniamo su un campo, il giorno successivo su un altro. Non cambia mai questo metodo, a meno che non perdiamo”.
La lotta Scudetto e il (probabile) paragone con Maradona
Mertens si è poi soffermato sulla possibilità che il Napoli vinca il Titolo: “Lo Scudetto manca in città da 27 anni. Se dovessimo giocarci il titolo fino alla fine, sarebbe un ora o mai più. La Juve è ancora la squadra più forte, ma se c’è un anno in cui il Napoli può vincere, è proprio questo. Siamo rimasti tutti perché sentivamo fosse possibile. Ora mi rendo conto che sarà molto difficile, non abbiamo talenti incredibili né una rosa profonda, specialmente con gli infortuni di Ghoulam e Milik. Metti la nostra rosa al fianco di quella della Juve e ti rendi conto che stiamo realizzando un piccolo miracolo”. Sul confronto col D10S: “La gente penserà presto a questo confronto (ride) e ne ho paura. Diranno che penso di essere Diego, che abbiamo anche le stesse iniziali. Ma non dobbiamo guardare al passato, sono solo Mertens”. Sull’idea di andar via ha aggiunto: “A volte vuoi qualcosa di diverso, non vai mai in vacanza sempre nello stesso posto. Ma al momento non penso proprio ad andar via”.