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PAPALE PAPALE – November storm, ma “non buttiamoci giù”

 

It’s hard to hold a candle in the cold November rain. Specialmente se la pioggia di novembre è quel diluvio caduto ieri su Napoli e se, in senso più figurato, il primo giorno del mese è caduto uno tsunami sul San Paolo e sul Napoli. Ovviamente è bene non lanciarsi dal terrazzo, eppure non si può nascondere che il crack di Ghoulam rischia di essere un dramma vero per la macchina perfetta di Sarri.

Napoli, l’infortunio di Ghoulam può “rovinare” Novembre

Non come Milik qualche settimana fa, piuttosto come Milik lo scorso anno. Ricordate l’ottobre nero del 2016? Prima di pescare il jolly Mertens, Sarri aspettò diversi giri di carte, nei quali perse punti importanti in quella che sarebbe stata poi la corsa al secondo posto, o addirittura allo scudetto. Il ko di Ghoulam è una di quelle sciagure che spostano l’equilibrio di una squadra. L’asse di sinistra è cruciale nel gioco del Napoli e vive di dinamiche automatizzate che ora sarà difficile ricreare. Tutto ciò senza nulla togliere a Mario Rui, che ieri ha dimostrato di poter dire la sua in questa squadra: il problema, ora, si porrebbe anche se lì ci fosse Marcelo. Va trovata di nuovo la quadra in quella che era una soluzione tattica di primaria importanza nel gioco di Sarri e prima di farlo bisognerà soffrire un po’. La speranza è che il Napoli in un anno sia maturato abbastanza da ammortizzare meglio uno shock simile con meno patemi, e in questo la sosta calza proprio a pennello. Per Sarri, perché per il resto lo stop Nazionali è un disastro di proporzioni incalcolabili.

Napoli, un errore pensare al Triplete: ovvio che la rosa non è adeguata!

Già, un disastro. Sapete perché? Perché affrontare due settimane a Napoli dopo una sconfitta e un pareggio sarà molto più pesante della tempesta novembrina. Per qualche motivo non meglio definito i risultati di questa squadra hanno convinto molti tifosi (e non solo) che si debba puntare a vincere tutte le competizioni. Altrimenti non si spiegano tutti questi mugugni sulla rosa non all’altezza, sul fatto che si perdono punti in Champions e non si ha in cantina (in cantina, neppure in panchina) l’alternativa pronta ad imponderabili infortuni. Notizia dell’ultim’ora: no, il Napoli non ha la rosa per vincere tutte le partite in tutte e tre le competizioni. Non che abbia mai potuto averla. Un paio di sconfitte in Champions possono capitare, quando stai puntando al campionato. E, udite udite, nel filotto di Serie A in cui la squadra è ancora IMBATTUTA possono scapparci anche un paio di pareggi. Ma del resto non saremmo a Napoli se non ci fosse gente pronta a tornare in tribunale dopo un pareggio, con la squadra prima (prima!) in classifica. Equilibrio, signori: non è un caso se l’espressione “tieni in mano” la usiamo solo a casa nostra. Che il (bruttissimo) Chievo sia solo un momento di stop in una cavalcata che, a prescindere da ogni cosa, resta trionfale. Non dimentichiamolo mai: il Napoli non ha smesso di volare, gioca benissimo e ha già affrontato due scontri diretti, limitando parecchio i danni. E ora gli azzurri hanno un calendario migliore rispetto alla Juve, vantaggio tutt’altro che disprezzabile. Chiacchieriamo, ragioniamo, inventiamo tattiche e nomi di mercato per gennaio, mettiamo in mezzo perfino gli svincolati. Tutto quello che volete, ma basta sceneggiate. Non buttiamoci giù, come diceva un Nick Hornby che pure parlava di gente con problemi seri. Il Napoli problemi seri per ora non ne ha, è primo in classifica: quindi godiamoci questa sosta e tifiamo Insigne-Jorginho in Nazionale. Fra due settimane Napoli-Milan, Sampdoria-Juventus e il derby di Roma. Ci sarà solo da divertirsi. E il Napoli è primo. Meglio ribadirlo.

di Antonio Papa (Facebook @ntoniopa)

 

Antonio Papa

Giornalista pubblicista dal 2010, "fratello maggiore" di tanti redattori del network, autore di trasmissioni televisive. In TvPlay sono, insieme a Claudio Mancini, il conduttore di FantaTvPlay, di "Chi Ha Fatto Palo" e di altri format creati da noi. Sono una persona che ha fatto della scrittura la sua ragione di vita, coronando un sogno che avevo fin da bambino. Il mio motto è “lavorare seriamente senza mai prendersi sul serio”. Cerco di trasmettere la mia passione e il mio entusiasmo alle persone che lavorano con me: quando ci riesco… ci divertiamo!

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