a cura di Claudio Pomarico
Il Napoli guarda tutti dall’alto senza soffrire di vertigini. È questo quello che esce dalla gara del San Paolo contro gli ex Cannavaro e Bucchi. Gli azzurri mettono in scena l’ennesima prova di maturità e consapevolezza nei propri mezzi, lasciando sulla strada le speranze della vittima di turno, quel Sassuolo che l’anno scorso fu capace di togliere 4 punti al Napoli, decisivi negativamente a fine anno per la corsa al titolo. Il livello più alto non è stato ancora raggiunto, ma manca davvero poco.
Per raggiungerlo sarà necessario mantenere fino alla fine lo stesso ritmo, in barba alle critiche a Sarri, alla presunta coperta corta e alle azioni di disturbo della stampa nazionale. Sono molto contento di conoscere più di quanto non conoscessi prima / continuerò a provare / finché non raggiungerò il livello più alto.
Letto così, il testo di Stevie Wonder, potrebbe sembrare un mantra che i calciatori del Napoli si ripetono durante gli allenamenti a Castelvolturno, consci che con il lavoro ed il sudore il livello più alto arriverà, ed arriverà molto presto.
Nel calcio vince chi spende di più, ed infatti succede spesso, ma non sempre. Il Napoli infatti ha l’occasione di distruggere questo luogo comune a suon di giocate entusiasmanti e a tratti fantascientifiche. In un weekend in cui gli occhi delle avversarie erano puntati sul San Paolo in modalità “ciucciuettola”, gli azzurri non perdono l’occasione di far divertire i propri tifosi e far disperare gli avversari milionari e spendaccioni.
E chissà cos’è passato per le loro teste al gol di Falcinelli. Probabilmente la speranza che questo Napoli si sgonfi come un palloncino, perché come tutti i potenti abituati ad avere in mano il potere, patiscono questa meravigliosa rivoluzione di classe. E allora prepariamoci all’avanzare del proletariato del pallone, immaginando il tridente azzurro a guidare il suo popolo, come nel “Quarto Stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo
In questo campionato una cosa è certa: quanto squadra e tifosi azzurri restino con i piedi per terra nonostante la manifesta superiorità. Allora quella parola che inizia con la S si dice e non si dice, c’è chi ha il coraggio di sussurrarla tra i denti, chi annuisce e lo ferma perché proprio non si deve dire. Non ancora. Allora inizia il gioco delle parole in codice, del “non succede ma se succede” o del nonno che sta bene e non vuole visite, e perché no, pure di una grattata se qualcuno per sbaglio si fa scappare l’innominabile.
Allora lasciamo pensare alle nostre avversarie di non crederci realmente, lasciamo che i media esaltino l’Inter di Spalletti ed il suo cu…ore o la Juve ed il suo cinismo. Noi aspettiamo buoni buoni, lasciamo che questo spettacolo mai visto passi in sordina, perché prima o poi tutti si accorgeranno di noi e finalmente anche il nostro baffone arriverà.
a cura di Claudio Pomarico
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