L’inizio di Genoa-Napoli è sembrato un incubo da svegliarsi nel cuore della notte per un attacco di panico. Ma la bellezza degli azzurri di quest’anno sta tutta nella spavalderia con cui si rialza subito e fa finta di niente. Quasi sembra accettare la sfida, ancora più complicata.
Allora si rimette in moto e allora a Marassi va in scena uno spettacolo tinto d’azzurro. “Ci vuole molto coraggio, ad avere coraggio” cantano gli Ex-Otago, e il Napoli ne ha avuto da vendere.
Voto 10 al gemellaggio storico che lega le due tifoserie. Un esempio dello spirito con cui si dovrebbe andare normalmente allo stadio, ovvero sostenendo la propria squadra e rispettando l’avversario. Nulla di più semplice, eppure l’odio ed il razzismo (territoriale e non) vissuto in queste giornate allontanano di molto i desideri dalla realtà.
La guerra non serve a nulla, solo a vedere gli stadi sempre più vuoti e privi della gioia che dovrebbe accompagnarci ogni volta che seguiamo la nostra squadra. Siamo folli a fare la guerra / contro i nostri fratelli in armi. Fratelli uniti dalla passione per lo sport, quello più romantico e meno imbottito di business.
Ci hanno sempre raccontato che nel calcio esistono i giocatori normali ed i campioni. Beh, i 2 gol e ¾ di Mertens hanno ricordato al mondo da che parte vuole stare. La semplicità con cui realizza le giocate è imbarazzante per gli avversari e fa sognare anche i più scettici, quelli che non hanno mai creduto in lui, nemmeno come vice-Insigne. Eppure il folletto belga ha qualcosa di magico che ha scoperto solo spostando di 10 metri la sua posizione.
Imprevedibilità, tecnica e soprattutto concretezza. Tutto nel corpo di un uomo con la 14 sulle spalle. È una sorta di magia/ una sorta di magia/ un sogno un’anima un premio un risultato/ Un accenno dorato di ciò che dovrebbe essere. Gli aggettivi per lui e per questo w ormai si sprecano, quindi non ci resta che aspettare il prossimo numero, il prossimo colpo di genio che sveglierà le nostre anime e le riempirà di gioia.
a cura di Claudio Pomarico