Quando il singolo non ce la fa ci pensa il gruppo. Quando il gruppo non ce la fa ci pensa il singolo, nella fattispecie il meraviglioso Dries Mertens del Marassi. E’ in questo yin/yang che il Napoli sta costruendo le sue fortune attuali, in quel delicato equilibrio fra campioni e squadra che occorre per tenere botta in un calendario così fitto, nonostante una rosa così scarna. In realtà scarna non è la parola adatta, perché in fondo 24 elementi nella lista Figc del Napoli ci sono. Il problema è il ricorso ad alcuni elementi di quella lista, che è sporadico se non inesistente. E a questo bisognerà porre rimedio, in un modo o nell’altro.
Sembrava pacifico che almeno in queste due gare meno toste dovesse esserci qualche intervento nella formazione titolare. Qualcosa si è visto, da Chiriches a Diawara-Zielinski, ma forse non abbastanza. Il risultato finale dice che la partita aveva bisogno di un pizzico di attenzione in più, quindi ancora una volta ha avuto ragione il Comandante a puntare sui titolarissimi, e guai a contraddirlo. Eppure, alla luce del calendario e di alcune falle strutturali (come la difesa, che senza Albiol prende molti più gol), qualche piccola riflessione si impone. Intanto il centrocampo Zielinski-Diawara-Hamsik, che quest’anno prende molti più gol ed è meno efficace dello scorso anno. Complice ovviamente anche il momento poco felice delle due mezzali; ma proprio per questo, al fine di non spompare Allan, perché non ricorrere a Rog dal primo minuto? Il ragazzo sembra pronto, ormai sta dando ampie garanzie quando entra (sempre più spesso) in campo. Contro il Genoa poteva essere opportuno lanciare dal 1′ lui e Ounas, in modo da dare fiato a qualche titolarissimo in più. Il rischio per il Napoli adesso è duplice. Da una parte, se si cambia troppo col Sassuolo, si rischia di prendere sottogamba una gara che comunque qualche insidia la nasconde. D’altro canto, se invece si continua ad insistere su calciatori che le hanno giocate tutte (e nel caso di Ghoulam e Koulibaly hanno giocato anche praticamente tutti i minuti a disposizione), si rischia di spremerli troppo nelle gare a venire. Non solo il City, che di certo è un match da tenere in ampia considerazione, ma anche le gare a seguire. Novembre sarà meno bollente di ottobre, ma di certo non è in discesa. Dopo il City c’è il Chievo a Verona, poi il Milan al San Paolo, infine l’Udinese in Friuli, con in mezzo la decisiva sfida Champions con lo Shakhtar. Bisogna dosare meglio le forze. Lo ha detto anche Sarri: questo calendario è ingrato, è insensato e mette a repentaglio le condizioni dei calciatori. Gestire meglio le forze significa non consegnarsi completamente nelle mani della follia di chi l’ha progettato così. È proprio a questo che serve il turnover.
di Antonio Papa (Facebook @ntoniopa)
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