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CHE S-VENTURA – Italia, Jorginho ti scappa! Il Brasile può convocarlo, ci sono dei precedenti. E la colpa è del CT…

Tite, Ventura, Jorginho, Verratti e Mazzarri ©Getty

 

Incredibile ma vero, alla fine sta per accadere: l‘Italia sta per perdere Jorginho. Ci sono voluti due anni, ma ora il Brasile si è accorto di lui e sta valutando l’ipotesi di convocarlo in Nazionale, magari addirittura per il Mondiale. Può farlo? Probabilmente sì, sebbene il centrocampista del Napoli abbia già due presenze (in amichevole) con l’Italia. Generalmente se un giocatore ha totalizzato delle presenze con la Nazionale maggiore di un Paese non è autorizzato a cambiare nazionale. Ma ci sono delle eccezioni, come ad esempio Munir, che nonostante qualche presenza con la Spagna ha potuto poi ‘sposare’ il Marocco, oppure Thiago Motta, che nel 2011 ha ricevuto un permesso speciale dalla FIFA per militare nella Nazionale italiana. Altri casi-esempio sono Jermaine Jones (Germania-USA), Carcela-Gonzalez (Belgio-Marocco). Eventualmente sarà un comitato FIFA a stabilire la legittimità di questo ‘ritorno a casa’, ma in ogni caso il rischio c’è, ed è concreto.

Jorginho ‘torna’ in Brasile: tutta colpa di Ventura

Quindi Jorginho, se non succede qualcosa, potrebbe cambiare di nuovo Nazionale. Sarebbe il coronamento di una crescita costante da parte dell’italo-brasiliano, diventato ormai una pedina fondamentale nello scacchiere di Sarri e uno dei registi più efficaci d’Italia, forse d’Europa. Oriundo italo-brasiliano, Jorgi è in Italia dal 2007, quando aveva solo 16 anni e vestiva la maglia del Verona, prima del passaggio al Napoli avvenuto nel 2014. Da qui l’idea di proporsi per la Nazionale italiana, dove ha già disputato due partite, seppur amichevoli. Ma l’attuale CT ha deciso di ‘sacrificare’ quello che è uno dei centrocampisti dal rendimento più elevato di tutto il campionato, in primis per ragioni di modulo, poi per questioni “disciplinari”. Jorginho e Ventura, infatti, si sono scontrati anche dialetticamente, a distanza, a mezzo stampa. E così, vista l’impossibilità momentanea di vestire la maglia azzurra, Jorginho potrebbe accettare la corte del suo Paese d’origine. Un ‘contro-scippo’ che ha il sapore della beffa, perché ha un nome e un cognome: Gian Piero Ventura. Il problema c’è, e non va sottovalutato: la Nazionale italiana rischia di perdere un elemento potenzialmente preziosissimo a causa della cocciutaggine di un allenatore che in nome del modulo ha sacrificato un possibile patrimonio azzurro, un patrimonio che avrebbe pagato i dividendi ben oltre la permanenza dello stesso Ventura su quella panchina. Una storia che per certi versi ricorda quella di Mazzarri con Verratti: l’allenatore allora al Napoli si oppose all’acquisto del talentino pescarese per questioni tattiche e lui passò al PSG, lasciando De Laurentiis con un rimpianto enorme. Ma Mazzarri aveva delle motivazioni ‘personali’ quantomeno condivisibili. Qui la questione è anche più grave, sia perché coinvolge una nazione intera sia perché il ruolo del Commissario Tecnico è ben diverso da quello di un allenatore. O almeno così dovrebbe essere. Un selezionatore deve prescindere dalle beghe tecnico-tattiche, deve chiamare i calciatori migliori e adattare se stesso alla squadra, non viceversa. Per di più deve ragionare anche in prospettiva, deve pensare anche a quando non ci sarà più, perché la Nazionale resterà sempre quella e non può certo comprare nuovi calciatori. Insomma, questo assurdo ostracismo verso Jorginho in nome di quel terrificante 4-2-4 visto con la Spagna suona sempre più come un capriccio di un allenatore troppo protagonista, ma ora alla beffa potrebbe unirsi il danno. Ventura, che peraltro è palesemente un CT ad orologeria, ci pensi bene prima di strappare all’Italia un possibile crack per il futuro. E per il presente.

di Antonio Papa (Facebook @ntoniopa) 

 

Antonio Papa

Giornalista pubblicista dal 2010, "fratello maggiore" di tanti redattori del network, autore di trasmissioni televisive. In TvPlay sono, insieme a Claudio Mancini, il conduttore di FantaTvPlay, di "Chi Ha Fatto Palo" e di altri format creati da noi. Sono una persona che ha fatto della scrittura la sua ragione di vita, coronando un sogno che avevo fin da bambino. Il mio motto è “lavorare seriamente senza mai prendersi sul serio”. Cerco di trasmettere la mia passione e il mio entusiasmo alle persone che lavorano con me: quando ci riesco… ci divertiamo!

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