Il Napoli è da solo in vetta alla classifica della Serie A. Al termine della settima giornata di campionato, gli azzurri si sono portati a +2 sulla Juventus e sull’Inter proseguendo nel grande sogno di questa stagione: lo scudetto. Ad analizzare questo inizio di annata della squadra partenopea, non poteva che essere una leggenda del Napoli: Antonio Careca, storico attaccante che ha portato all’ombra del Vesuvio l’ultimo scudetto della storia del club azzurro. L’ex attaccante brasiliano ha rilasciato un’intervista al “Corriere della Sera” commentando il percorso del Napoli: “Sarri è un fuoriclasse, il migliore, l’allenatore giusto per riportare lo scudetto a Napoli. Ora la discussione non è più se gioca il miglior calcio d’Italia, perché quello lo vede anche un bambino, ma a che livello è nel mondo. Un calcio bellissimo, offensivo, sempre a cercare il gol, con la palla a terra, di prima. Che grande spettacolo. Il miglioramento della squadra ha sorpreso anche me, come tutti, compresi i tifosi. Nessuno si aspettava una crescita del genere, ormai la squadra gioca a memoria, quello che colpisce è il movimento senza palla, tutti sono dentro all’idea di gioco”.
Napoli, Careca: “L’addio di Higuain l’arma in più del Napoli”
Careca ha poi spiegato quale, secondo lui, è stata l’arma in più per la svolta del Napoli: “Senza dubbio la partenza di Higuain. Senza di lui oggi la squadra ha più responsabilità, più coraggio, è più adulta, quindi più vincente. C’è voluto tempo per assorbire la sua assenza, come quando c’è un lutto in una famiglia. L’anno scorso il Napoli non aveva ancora questa consapevolezza, questa convinzione dei propri mezzi, della propria forza. È stato un grande lavoro mentale prima ancora che tecnico, di testa più che di campo. Solo un grandissimo allenatore poteva riuscire a convincere una squadra che, indebolendosi, sarebbe diventata più forte”.
Sul paragone tra se e Mertens, il brasiliano ha dichiarato: “Per il momento dico ancora Careca, però lui ha tempo per migliorare, mi sta impressionando, sembra che abbia fatto il centravanti fin da bambino. Ha qualcosa di Romario, ma in lui rivedo Bebeto. Straordinario, segna gol bellissimi. Poi sono contento del ritorno al gol di Hamsik, gli serviva per sbloccarsi. E lui è decisivo per il Napoli”.
Un ultimo commento poi sulla Juventus, principale pretendente degli azzurri al titolo: “I bianconeri restano forti, bisogna fare attezione. Forse ha meno fame del Napoli per quanto riguarda lo scudetto, dopo sei scudetti sarebbe anche comprensibile. Poi il Napoli dalla sua ha una cosa unica, il pubblico del San Paolo che può fare la differenza. Era così anche ai miei tempi, quello non è uno stadio normale, quando è pieno aiuta a fare i punti”.