La sfida di questa sera in terra romana tra Lazio e Napoli non è solo una partita che vale tre punti, è un match che vede contrapposte due differenti modalità di gioco, due diverse impronte tattiche, quella di Maurizio Sarri e quella di Simone Inzaghi. I due tecnici schiereranno in campo moduli contrapposti, formazioni solide e rodate, la migliore espressione della propria visione di gioco, gli affidabili interpreti degli schemi costruiti dalle due guide in panchina. Sarri e Inzaghi appartengono a due generazioni differenti, da una parte l’uomo in tuta che il calcio lo ha studiato, dall’altra il giovane in giacca e cravatta che il calcio lo ha giocato. Stili diversi, dal look al modo di comunicare. Eppure tra questi due allenatori, protagonisti odierni delle news Napoli, apparentemente agli antipodi, ci sono molte affinità.
Maurizio Sarri e Simone Inzaghi hanno in comune l’attenzione maniacale per l’organizzazione, per la meticolosa applicazione degli schemi, per l’approfondito studio degli avversari e per l’ottimizzazione delle forze a disposizione. Entrambi sono stati capaci di rivoluzionare in positivo le squadre che gli sono state affidate dalle società che li hanno scelti dopo alcune titubanze iniziali. Questo è un altro punto che li accomuna: i due tecnici sono giunti a guidare le attuali compagini calcistiche come scelta di ripiego, quasi d’emergenza.
Maurizio Sarri si è conquistato un posto sulla panchina del Napoli dopo ben 19 stagioni di gavetta nei campionati minori. Il presidente De Laurentiis decise per il tecnico toscano nella primavera 2015, dopo la separazione da Benitez. La società azzurra aveva tentato per Unai Emery, che decise all’ultimo momento di restare alla guida del Siviglia. C’erano altri nomi che giravano intorno all’ambiente azzurro, come Montella, Spalletti e addirittura si vociferava che Mihajlovic avesse già preso casa nel capoluogo partenopeo. Poi si virò improvvisamente sul 56enne ex bancario, un uomo in tuta arrivato in sordina a Napoli, con un contratto inizialmente rinnovabile di stagione in stagione. Un legame effimero, sempre in bilico. Ma dopo il primo ottimo campionato alla guida degli azzurri, Sarri ha convinto tutti, De Laurentiis compreso e si è guadagnato un contratto quadriennale, simbolo di un impegno a lungo termine. Il “bel gioco” del tecnico toscano ha ammaliato tutti, tifosi, appassionati e addetti ai lavori. Si è rivelata vincente la scelta di Maurizio Sarri che ha guidato il Napoli nel raggiungimento di vari record. Nei cinque campionati top d’Europa nessuno è riuscito a segnare quanto il Napoli: 15 gol in 4 giornate. Gli azzurri sono sempre andati a bersaglio nelle ultime 22 partite e vantano una striscia aperta in serie A di 16 gare (14 vittorie e 2 pareggi), a cavallo tra lo scorso campionato e quello appena iniziato.
Simone Inzaghi arrivò alla Lazio lo scorso anno, come scelta d’emergenza dopo le clamorose dimissioni di Marcelo Bielsa che sulla panchina bianconceleste non arrivò neppure a sedersi, lasciando il ruolo per cui si era impegnato contrattualmente appena una settimana dopo la firma. L’ex giocatore piacentino fu chiamato da Lotito mentre si accingeva a prendere in mano le redini della Salernitana in Serie B. Inzaghi non è apparso intimorito, ma capace fin da subito di sistemare una situazione molto caotica e riportare la Lazio ad alti livelli. Con lui in panchina i biancocelesti stanno facendo molto bene: 10 punti in classifica (3 successi e un pari), debutto vincente in Europa League e il trionfo di agosto nella Supercoppa Italiana, contro la Juve.
Alessandra Curcio
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