KICKOFF – E se il 4-2-3-1 fosse una soluzione?

Il Napoli, uscito sconfitto dal Metalist Stadium contro lo Shakhtar Donetsk nella prima giornata dei gironi di Champions League, si prepara alla sfida tutta campana di domenica pomeriggio contro il Benevento. In campionato, gli azzurri sono chiamato a proseguire il cammino con la quarta vittoria consecutiva per dimenticare la battuta di arresto contro gli ucraini e proseguire il quel sogno chiamato scudetto. Il passo falso contro gli arancioneri, però, potrebbe portare nella testa dell’allenatore Maurizio Sarri una nuova idea tattica che renderebbe più imprevedibile il gioco del Napoli che col tempo potrebbe diventare monotono e prevedibile. Contro lo Shakhtar, infatti, per recuperare il risultato il tecnico è passato dall’ormai consolidato 4-3-3 ad un 4-2-3-1 a totale trazione offensiva.

Napoli, Sarri e le nuove varianti tattiche

Sotto di due reti, l’allenatore azzurro ha messo in campo Dries Mertens lasciando invariato però il tridente schierato dal primo minuto composto da InsigneCallejon Milik. Con l’ingresso dell’attaccante belga, il bomber polacco è diventato il pilastro offensivo con alle spalle i tre “piccoletti” del Napoli. Uno schema sulla falsariga del modello di gioco della Juventus con il tridente Mandzukic-Dybala-Cuadrado alle spalle di Gonzalo Higuain.

Una soluzione tattica che permetterebbe a Sarri di non lasciare in panchina nessuno dei componenti del reparto offensivo partenopea così da non creare musi lunghi all’interno dello spogliatoio. A farne le spese, però, potrebbe essere Marek Hamsik assolutamente non a suo agio nei due di centrocampo: mediana che infatti potrebbe comporsi con la coppia formata da Allan Zielinski. Assenza del capitano azzurro che rende difficile quindi l’attuazione di questo 4-2-3-1 a trazione offensiva, utilizzabile solamente a partita in corso con l’uscita dello slovacco.

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