SARRI E IL SARRISMO – Ora si cerchi il rinnovo: è l’unico modo per competere ad alti livelli

Torino-Napoli, Sarri © Getty Images
Torino-Napoli, Sarri © Getty Images

 

Alla vigilia dell’esordio in Champions League contro gli ucraini dello Shakhtar Donetsk, non si fa che parlare del vincere anche giocando meno bene (e non male) che il Napoli ha espresso nelle ultime due gare di campionato. Fa ormai notizia il fatto che gli azzurri in qualche partita non siano spettacolari, o che non chiudano il primo tempo con tre gol di vantaggio ed il 70% di possesso palla. Come se fosse scontato che la bellezza oggettiva del gioco espresso dal collettivo partenopeo ne garantisse per forza i risultati. Se quest’idea ci passa per la mente, anche solo lontanamente, il merito è di un solo uomo: Maurizio Sarri. Un allenatore capace di tirare fuori il meglio da un gruppo di giocatori emotivamente distrutti dopo il biennio Benitez (Hamsik su tutti). Nonostante sia stato relegato per oltre un decennio nelle serie minori, Sarri è riuscito a prendere in mano la situazione praticamente da subito e ha dato immediatamente la scossa ad un gruppo di campioni, o potenzialmente tali.

Napoli, Sarri ti ha cambiato: è il momento di riconoscere il “sarrismo”

Pochi semplici concetti per cambiare il Napoli. Difesa alta, riconquista della palla e triangolazioni veloci a due tocchi sono diventati il vero e proprio marchio di fabbrica del tecnico, che ormai è diventato oggetto di studi da parte di tutti gli allenatori d’Europa. I complimenti al suo lavoro sono arrivati anche da chi ha scritto pagine nella storia del calcio, come Pep Guardiola e Carlo Ancelotti. Adesso però il tecnico tosco-napoletano ha voglia di scrivere di proprio pugno queste pagine, portando a casa delle vittorie, dei trofei, perché alla fine quelle rimarranno fisse nelle menti di chi segue questo sport.

Da qui, bisognerebbe avere il coraggio di aprire un’era: quella del Sarrismo.

Il sarrismo è ormai diventato un credo, senza se e senza ma. Per i calciatori in primis, perché è evidente quanto sia divertente giocare in questo modo, con la palla che gira veloce a due tocchi e coinvolge tutta la squadra, lasciando comunque spazio alla giocata individuale, al colpo di genio. Poi ovviamente diverte chi lo guarda, perché sarebbe blasfemia calcistica non ammettere che quello del Napoli è effettivamente il gioco più divertente, più ipnotico per certi punti. Sarri ancora a lungo sulla panchina del Napoli, senza quella maledetta clausola che sembra fare il solletico alle superpotenze europee che in questi anni stanno ammirando da lontano il lavoro del genuino Maurizio. Competere ai massimi livelli in Europa ed in Italia è possibile solo in due modi: con un tecnico come lui al comando, capace di applicare le sue idee a prescindere dai calciatori a disposizione (come il Cholo Simeone all’Atletico Madrid), o acquistando super campioni da ingaggi milionari. Per mille motivi che tutti conoscono, il Napoli non ha la possibilità di pagare ingaggi esorbitanti. Ecco perché dovrebbe blindare con un ingaggio da top il proprio allenatore senza dare la possibilità a nessuno di accaparrarselo semplicemente con una montagna di soldi. È auspicabile che questa lungimiranza non manchi a De Laurentiis, lui che da sempre si definisce “monogamo” in fatto di allenatori.

Di Claudio Pomarico

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