Dries Mertens, professione centravanti. Centravanti e basta, e provate a dirgli il contrario. Sono passati i tempi in cui Mertens era un folletto imprevedibile che giocava sull’esterno, possibilmente a partita iniziata per sparigliare le carte. Folletto imprevedibile lo è rimasto, e lì c’è davvero poco da fare, ma ora qualcosa è cambiato: la posizione in campo. Centravanti, atipico ma pur sempre centravanti, con nessuna intenzione di decentrare il suo raggio d’azione. “Se Sarri mi chiede di tornare sull’esterno ci torno perché me lo chiede lui, ma di certo non mi fa piacere“. Così il belga nell’ultima intervista alla Gazzetta, a certificare ciò che ormai si era capito fin troppo bene. Dries Mertens è stato proprio per questo la sorpresa più lieta ed inaspettata dell’ultima stagione. Un rendimento da urlo per l’attaccante del Napoli, trasformatosi in un vero e proprio numero nove, dopo un’intera carriera passata in fascia. Una metamorfosi merito in parte del caso ed in parte di Sarri e del calciatore stesso. Un mix di fattori hanno permesso a Mertens di sfiorare un titolo di capocannoniere, che sarebbe stato lo schiaffo morale più bello a chi lo etichettava come un calciatore da utilizzare solamente a gara in corso.
Napoli, Mertens ora è un centravanti vero
Il suo ruolo è lì davanti, e altro che falso: ormai è un nueve vero più di tanti altri. Dal 26 ottobre in poi, da quando cioè ha iniziato a giocare da punta centrale, 26 reti in campionato, 3 in Champions League e una in Coppa Italia. Centravanti e basta, insomma. Una trasformazione profondo e radicale testimoniata anche dalle parole di Sarri, che a fine maggio diceva: “Dopo un mese era già un attaccante centrale nato, abbiamo sbagliato tutti, me compreso, che lo ritenevamo un fenomeno a partita in corso.” L’emergenza ora è passata, Milik è tornato ma la situazione non cambia. Mertens resta lì dove ha stupito tutti. Le news Napoli sembrano essere d’accordo con lui e proprio per questo ha comprato Ounas, per sostituire Callejon ma anche per fare il vice Insigne. Insomma, Dries Mertens è un centravanti, un centravanti e basta: provate a dirgli il contrario.