Se per Lorenzo Insigne il Napoli è già pronto per competere per lo scudetto, preferisce andarci coi piedi di piombo Maurizio Sarri, che dalle colonne dell’edizione odierna de ‘Il Corriere della Sera’ afferma che per il tricolore sia troppo presto esprimere un giudizio, “…ma se tutti noi abbiamo scelto di continuare a restare in azzurro è proprio per poter dare di più rispetto alla scorsa stagione. Calcoli inutili non mi piace farne, io ragiono sempre secondo una logica ed in base a quanto vedo ad oggi posso dire che in effetti il miglioramento tanto desiderato può avvenire. Le gerarchie in Serie A cambieranno perché adesso ci sono anche Milan ed Inter che hanno ritrovato una certa competitività ed ora si stanno attrezzando. I nerazzurri di Spalletti mi incuriosiscono in particolare. Per quanto riguarda il Napoli, non dovremo farci trovare impreparati”.
Le news Napoli riferiscono comunque di un Sarri più motivato che mai: “Deve essere così, del resto il presidente De Laurentiis è il primo a dare l’esempio in tale senso. Lui è uno estroso e va accettato per questo suo aspetto. Da parte mia ho deciso di interpretare questo suo modo di essere, comprendendo che spesso si lascia andare a delle reazioni al momento. E’ uno impulsivo, basta farlo sbollire e tutto torna alla normalità. Prima di approdare al Napoli mi cercavano in tanti, soprattutto il Milan, ma lui ha voluto rischiare più di tutti ed è riuscito a portarmi in Campania”.
Napoli, l’importanza di Reina ed il futuro di Sarri
L’allenatore partenopeo si esprime su Pepe Reina, considerato importantissimo per il Napoli: “Quando sono uscite delle voci su di lui molti altri giocatori mi hanno chiamato dai rispettivi luoghi di vacanza, volevano saperne di più. Questo testimonia quanto lo spagnolo sia importante per il gruppo, è un vero e proprio punto di riferimento, e condivido questa visione da parte dello spogliatoio. Per quanto riguarda il mio futuro, un giorno vorrei allenare in Spagna o Francia. Tra i giocatori che sono cresciuti di più non posso non fare il nome di Insigne, che è diventato il migliore nel suo ruolo tra i calciatori italiani. Ounas? L’ho visto da vicino e ha molto talento, ma dovrà abituarsi agli automatismi della nostra squadra e della Serie A in generale”.
All’edizione del mese di luglio de ‘Il Guerin Sportivo’, lo stesso Sarri affronta diversi argomenti: “Io stesso punto a crescere, mi reputo più elastico rispetto al passato, arrivando a cose che ritenevo impensabili dieci anni fa. Il bello di invecchiare è questo. Non ho segreti, semplicemente applico il mio pensiero sul calcio, non mi piace aspettare né in campo né nella vita, voglio cambiare io le cose. Ed il Napoli tecnico, rapido, spettacolare, rispecchia il mio pensiero. Io ed i miei calciatori siamo complementari, loro vanno sul rettangolo di gioco per divertirsi, e se ci riesci ti stanchi di meno. All’estero la mia filosofia è applicata molto in Spagna, ma anche il calcio inglese e quello francese mi attirano. Dopo Napoli vedermi fuori mi risulterà più facile. Ricordo le mie esperienze in Eccellenza e Serie D, sempre con l’ascia di guerra in mano, non avevo tempo per pensare ai modelli, è stato invece l’amore costante per questo sport a portarmi avanti. Ma se devo fare un nome di qualcuno che mi ha influenzato dico Sacchi, come tutti sanno: lui è stato un innovatore, e vedere una squadra ordinata ed armonica uscire fuori all’improvviso è stata una vera rivoluzione, in tempi in cui tutti giocavano col libero. La storia poi l’hanno fatta anche allenatori che non hanno vinto, pensate all’Olanda degli anni ’70. Insigne è il miglior giocatore italiano, fa la differenza anche in Europa. Milik è un libro ancora da scrivere, Zielinski è un futuro fuoriclasse e Rog ha tutto per decollare ora che ha compreso il calcio italiano. I segnali di crescita offerti dal Napoli sono incoraggianti, ho la sensazione che l’intero gruppo sia cresciuto”.