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MARADONA DAY – Come Ferlaino portò Diego al Napoli: “Lo presi grazie ad un trucco”

 

Oggi ricorre l’anniversario del primo giorno al Napoli di Diego Armando Maradona. Insieme, la squadra azzurra e quello che è poi diventato il più forte calciatore di tutti i tempi hanno vissuto 7 anni di gioie mai conosciute dai tifosi partenopei in precedenza, intensi e bellissimi, terminati poi bruscamente e come mai sarebbe dovuto succedere. Ma nessuno che ha il Napoli nel cuore pensa a questo epilogo, mente e cuore sono rivolti soltanto a quanto Maradona sia stato capace di regalare alla città in termini di trofei vinti e di emozioni, con un amore ancora oggi più vivo che mai. E diverse volte Corrado Ferlaino, presidente azzurro per oltre 30 anni, ha alimentato le news Napoli raccontando i retroscena della trattativa che portò l’argentino all’ombra del Vesuvio. Uno degli estratti più belli è di quando svelò alcuni retroscena a ‘La Repubblica’ nel 2014: “Il presidente federale di allora, Sordillo, mi chiese come mai non comprassi mai nessuno per il mio Napoli, gli risposi scherzando che stavo per prendere Maradona. E 39 giorni dopo dallo scherzo si è passati alla realtà”.

“Forse lo ha voluto Dio…tutto era cominciato con la volontà di organizzare un’amichevole col Barcellona, dove allora giocava Diego. Antonio Juliano, che era il nostro dg, chiamò i catalani per questo motivo e loro dissero che Maradona non ci sarebbe stato perché infortunato, ma noi scoprimmo che era una bugia: Maradona aveva rotto col club. Allora chiedemmo il suo prezzo e gli spagnoli ci chiesero 13 miliardi di lire, convinti che il Napoli non avesse soldi. E questo era vero…ma  il sindaco Enzo Scotti mi mise in contatto con Ferdinando Ventriglia, che era il presidente del Banco di Napoli. In quella trattativa trovai un grosso sostegno politico. All’ultimo giorno volai a Milano a consegnare una busta vuota, poi mi precipitai a Barcellona con un charter privato per far firmare Maradona e tornai di notte di nuovo a Milano negli uffici della Lega. Per entrare dissi alla guardia giurata che avevo commesso un errore nella procedura, così sostituii di nascosto la busta vuota lasciata in mattinata, depositando il contratto che portava Diego al Napoli”.

Napoli, Maradona arrivò in un modo unico: proprio come lui

Questa storia divenne presto di dominio pubblico, ma Ferlaino ha detto in proposito che il calcio italiano scelse di ignorarla, “perché tutti erano felici di avere Maradona in Italia, ed allora Napoli ed i napoletani erano simpatici. Erano altri tempi, con la città che conosceva grosse prospettive di crescita: il Centro Direzionale era in fase di realizzazione, c’erano ministri e sottosegretari campani al governo…eppure all’estero continuavano a fare insinuazioni con la camorra: per un giornalista francese il Napoli aveva comprato Maradona coi soldi della malavita, così lo espulsi dalla conferenza stampa. Ed oggi come allora ne sono convinto: Maradona avrebbe potuto giocare soltanto a Napoli, una città fatta apposta per lui. Non lo avrei mai venduto, fu Blatter a togliercelo. Un giorno mi chiamò e mi disse che il fiocco di neve era diventato una valanga. Almeno riuscii ad ottenere dal Siviglia la massima cifra possibile”. Ferlaino ricorda anche il primo incontro che ebbe con il fuoriclasse argentino: “Viveva in una villa bellissima, il nostro incrocio durò soltanto pochi minuti, di notte, e pensai ‘Dove gliela trovo una villa così a Napoli?’. Perciò nel contratto inserii una clausola per la quale avrebbe provveduto lui a dove vivere. Il nostro rapporto è stato favoloso, di odio-amore come tutte le relazioni indimenticabili. Io ero l’ordine, lui la ribellione, ma è una persona d’oro, che rispetta sempre la parola data. Mi dissi ‘O smetto o compro Maradona’, visto che la squadra finiva sempre tra le prime sei ma mai prima. Alla fine ce l’ho fatta, e senza i soldi dei diritti tv che oggi sono diventati fondamentali”,

 

Salvatore Lavino

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