Nato a Galvéz, una cittadina argentina di 18 mila abitanti situata ad ottantun chilometri da Santa Fe, sin da piccolissimo mostrò una spiccata propensione ad avere il pallone sempre tra i piedi. Così, all’età di quindici anni, i suoi genitori, sacrificando qualche stipendio, lo fanno viaggiare fino l’Italia, precisamente a Fermi, per fargli fare un provino con la Fermana. Nonostante le doti fossero evidenti, questo ragazzino dai lunghi capelli neri, venne scartato e dovette tornare in Argentina. Il sogno di far fortuna in un paese occidentale per un momento venne messo da parte per far spazio alla realtà che, lì a Galvéz, non lasciava tanto spazio alle fantasie. Quel ragazzino così, lasciò il pallone per impugnare una cassetta degli attrezzi e andare a fare ogni giorno insieme al fratello l’elettricista. Quel ragazzino si chiamava Ezequiel Lavezzi e, dal vuoto che ti lascia un sogno abbandonato, ad oggi, è uno dei calciatori più pagati del mondo in Cina, dopo i gloriosi anni in maglia Psg e sopratutto Napoli.
Calciomercato Amarcord: il Pocho Lavezzi
Ebbene sì, l’acquisto di calciomercato amarcord che oggi vogliamo ricordare è quello del Pocho: il primo calciatore che, dopo Maradona, ha acceso l’entusiasmo dei tifosi con le sue galoppate in mezzo al campo, i suoi dribbling ubriacanti e i suoi guizzi brucianti. Indisciplinato tatticamente, nei suoi cinque anni in maglia azzurra, Lavezzi ha rappresentato l’idolo assoluto dei tifosi, con un legame così forte che tutt’oggi pare non essersi dissolto. 188 presenze e 48 reti in totale in maglia azzurra tra campionato e coppe. Un esordio Champions e una Coppa Italia conquistata a poche settimane dal suo – concordato – addio. Lavezzi è forse l’unico campione del Napoli dell’era De Laurentiis che è andato via senza critiche legate alla sua volontà di cambiare squadra. I tifosi partenopei infatti gli danno il merito di esser sempre stato chiaro con loro, mandando con un anno di anticipo dalla sua partenza i giusti segnali.
“Era più largo che alto” disse Reja in una intervista qualche anno fa nel parlare di Lavezzi ai primi mesi a Napoli. E, infondo, tutti i tifosi azzurri ricorderanno il giorno della sua presentazione e di quanto scetticismo girasse intorno a questo calciatore che, pareva tutto, fuorché un atleta informa. Era il 16 luglio 2007 ed il Napoli – neopromosso in serie a – presentò insieme a Pierpaolo Marino i suoi due acquisti: Hamsik e Lavezzi. Il Pocho proveniva dal San Lorenzo (dove molto bene aveva fatto) che incassò dal Napoli 5,8 milioni di euro per il suo cartellino accompagnato da scetticismo e malumori dei tifosi. Malumori che si trasformarono in gioie quando quel ventiduenne dai capelli lunghi e non del tutto informa scese in campo. Dribbling, colpi di tacco, goal. C’era di tutto: tutto quello che i tifosi azzurri non vedevano da quasi due decenni. Dalla tripletta al Pisa in coppa Italia nell’agosto del 2007 fino alla vittoria della stessa coppa nel maggio 2012 fu amore vero, viscerale. Il Pocho fu l’idolo dei tifosi che, dopo l’eclissi di Diego, non ebbero più piedi e genio (calcistico) da ammirare.
a cura di Roberto Rossi (Twitter: @RobSnowflower)