Ambizione. E’ questo il termine giusto, da leggere e rileggere, fin quando non ti entra dentro e fai di tutto in funzione di un miglioramento e di una crescita che, attualmente per il Napoli, passa – anche – per il secondo posto, che vuol dire Champions diretta. Vincere sabato pomeriggio allo Stadio San Paolo contro il Cagliari vorrebbe dire ritornare ad essere – anche se per sole poche ore – la seconda forza del campionato. Si, perché nonostante il bel calcio della banda di Sarri sia apprezzato in tutta Europa, gli azzurri non occupano la seconda piazza della classifica del campionato italiano dal lontano primo ottobre scorso. Un’eternità. Sette mesi a recuperare il terreno perso, ad imporsi, consolidarsi e, settimana dopo settimana, spazzare dalla mente delle rivali ‘europee’ la labile illusione di una qualificazione europea che non fosse l’Europa League. Ora c’è l’ultimo sforzo da compiere, questo sprint finale sarà determinante e ci dirà – al termine di queste ultime quattro gare – quanto il Napoli – in concreto – è migliorato rispetto alla scorsa stagione e, sopratutto, quali saranno i presupposti sui quali si poggeranno le future ambizioni azzurre.
L’Ultima Sfida tra Napoli e Cagliari al San Paolo è datata domenica 23 novembre 2014. Sono passati due anni e mezzo, ma quella partita sembra lontana un abisso. A quei tempi le goliardiche ambizioni azzurre (molto più spesso jensate, per il colore della maglia frequentemente utilizzata in quell’anno) si infransero e caddero come castelli di carta quando si scontrarono contro lo scoglio di un deludente quinto posto finale. Niente Champions League, e neanche il denigrato preliminare. Solo Europa League, quella bistrattata, che non piace a nessuno e che in quello stesso anno gli uomini di Benitez avrebbero potuto anche vincere se non fosse stato per qualche svista arbitrale di troppo.
Ambizioni ridimensionate che ora, a distanza di quasi tre anni, hanno assunto nuova linfa. Quella domenica di novembre del 2014, il Napoli pareggiò 3 a 3 contro il Cagliari di Zeman una partita che aveva praticamente in pugno ma, che venne macchiata da evidenti errori difensivi (collettivi ed individuali). Dopo il doppio vantaggio azzurro firmato Higuain e Inler, il Cagliari prima dimezza lo svantaggio con Ibarbo e poi pareggia con Farias. Gli uomini di Benitez però reagiscono e trovano il terzo goal con De Guzman. Vantaggio questo che viene nuovamente vanificato dalla rete rosso blu del definitivo 3 a 3 di Farias che sigla una doppietta. Quello era un altro Napoli: Koulibaly era solo l’ombra dello straordinario giocatore che oggi apprezziamo, in porta c’era Rafael e a centrocampo la titolarità di Hamsik veniva ogni domenica minata da un De Guzman di turno; poi Inler, Gargano, Britos. Insomma si scriveva ‘Napoli’ come ora, ma con quello attuale non aveva molto in comune. Oggi però le ambizioni azzurre sono concrete, reali ed in continua evoluzione positiva. Non possono scontrarsi assolutamente contro la resistenza del Cagliari, come successe poco meno di tre anni fa.
a cura di Roberto Rossi (Twitter: @RobSnowflower)