IN CRESCENDO – Napoli, il salto di qualità passa dalle ‘piccole’. E da Milik?

Milik
Milik © Getty Images

 

Impossibile negare che uno dei principali problemi del Napoli negli ultimi anni, da Mazzarri a Sarri, sia stato il confronto con le squadre medio piccole. Se l’attuale tecnico del Watford provava a scatenare l’orgoglio e l’aggressività dei suoi giocatori, affidandosi poi alla fantasia del proprio attacco, chi lo ha sostituito ha puntato maggiormente sul gioco.

Benitez si è arreso in breve tempo, non potendo ritrovare in Italia la disponibilità economica inglese. Ha infatti accettato una sfida in Championship dopo l’esonero al Real Madrid, tornando lì dove si sente a casa. Al suo posto De Laurentiis ha scommesso su Sarri, che ha rivoluzionato il gioco del Napoli, mostrando un vero e proprio spettacolo in campo. Una crescita costante e un gap dalla Juventus che sembra ridursi, come testimoniano anche le parole di De Laurentiis nell’intervista per gli auguri di Pasqua.

Nessuno però è ancora riuscito a trovare una vera e propria soluzione ai punti persi contro squadre come Palermo, Genoa, Empoli. Può capitare, come contro i rosanero, che il Napoli realizzi un numero incredibile di tiri, per poi subire addirittura gol alla prima chance degli avversari.

In tal senso il ruolo della prima punta può risultare decisivo, soprattutto se questa è in grado di garantire un certo fraseggio all’esterno dell’area di rigore. Arkadiusz Milik sa fare tutto questo e, anche se non al meglio, sta provando a dimostrare di poter regalare imprevedibilità all’attacco del Napoli, al pari di Mertens. E’ molto diverso da Pavoletti, come dimostra il tiro da fuori contro la Juventus e, parlando sempre della gara contro i bianconeri, il tacco per Mertens in area, che ha poi portato alla grande chance mancata di Callejon.

Napoli, l’ultimo passo per lo scudetto si chiama Milik?

Arrivato nel calciomercato Napoli di quest’estate per sostituire Gonzalo Higuain, Arek Milik ha saputo in breve entrare nel cuore del tifo azzurro. Lo ha fatto alla sua maniera, a suon di gol, relegando rapidamente Gabbiadini in panchina. Contro il Pescara entra dalla panchina e subito dimostra un’ottima intesa naturale con Mertens. Nella gara successiva si ritrova dinanzi il Milan di Montella e lo abbatte con una doppietta (2 dei 4 gol complessivi degli azzurri). Una gara davvero importante è però quella contro il Bologna, che lo vede realizzare un’altra doppietta.

In Champions si ritrova ad aver a che fare con il Benfica, che concede qualche spazio di troppo e viene punito puntualmente da Milik, che serve anche un assist. Differente invece la struttura difensiva della Dinamo Kiev, che si chiude e tenta di ripartire, un po’ come una classica piccola nostrana. Milik però non si lascia intimorire e mette a segno altri due gol.

Un inizio a dir poco sorprendente, che fa rimpiangere – anche a Sarri – il fatto di non aver potuto assistere a una stagione completa della punta. Le sue statistiche però contro difese ben schierate e chiuse lascia ben sperare Sarri. A Dimaro si continuerà il lavoro di intesa tra l’ex Ajax e gli azzurri, che il prossimo anno potrebbero finalmente compiere il passo decisivo per lo scudetto, ovvero perdere anche uno scontro diretto contro una big ma vincere il 98% dei match contro squadre oggettivamente inferiori. Da lì passa la famosa ‘crescita’ del Napoli, certificata e ‘pubblicizzata’ da allenatore e presidente.

di Luca Incoronato

 

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