Tu quoque, Gonzalo. Tu, che nell’ultima visita della Juve al San Paolo l’hai decisa con un diagonale di sinistro che ha bucato la mano a Buffon e si è insaccato, facendo esplodere lo stadio. Tu quoque, tu che dopo quel gol corresti sotto la curva, come sempre, per festeggiare il modo in cui avevi infilato la Vecchia Signora, mandandola a casa con una sconfitta bruciante.
E’ passato un anno e mezzo, diciotto mesi nei quali i bianconeri non hanno più messo piede a Napoli. Lo faranno domenica sera e in campo ci sarai di nuovo tu, ma con la maglia sbagliata. I tifosi azzurri ti hanno amato, ti hanno amato talmente tanto che ora non possono far altro che odiarti, e probabilmente faranno di tutto per dimostrartelo domenica sera. Tanti vogliono solo fischiarti per come sei andato via, alcuni invece vorrebbero applaudirti per ciò che hai dato al Napoli. Probabilmente li meriteresti entrambi, sia i fischi che gli applausi, e chissà cosa accadrà quella sera allo stadio. Certo, c’è chi predica superiorità, chi ritiene che la più grande punizione per te sarebbe un’accoglienza gelida, indifferente, senza né fischi né applausi. E magari ha ragione, ma ormai il rapporto fra te e i napoletani con la ragione non ha nulla a che vedere. Napoli ti amava e ti ha accolto come il suo figlio prediletto, e questo poteva essere l’anno buono, potevi portarla in Paradiso. Ma hai scelto la Juve, e questa è stata la peggior pugnalata possibile, peggiore di quelle che hanno dato loro allo Stadium nelle ultime tre gare. Tu quoque, Gonzalo.
Di Antonio Papa