KICKOFF – Sarri e l’importanza di essere se stessi

Per Maurizio Sarri la vittoria della Panchina d’Oro è stato come vivere un sogno: “Se penso che 5 anni fa allenavo in Serie C quasi non riesco a crederci, e devo ringraziare tantissime persone, ma mi fermerò a due società: Empoli e Napoli. Ed a due persone: Carli e Giuntoli. Senza di loro non sarei l’allenatore che sono adesso”. Così il tecnico commenta l’ottenimento del prestigioso riconoscimento conseguito ieri. Parole che confermano ancora una volta la sincerità di un uomo venuto dal basso, che ha fatto tanta gavetta e che vive quotidianamente con il pensiero di lavorare sempre meglio rispetto al giorno prima.

Carissimo nemico

Le parole di elogio nei confronti del ‘rivale’ Allegri (giunto secondo a soli tre voti di distanza) e di Claudio Ranieri, che l’anno scorso ha vinto la Premier League col Leicester, fanno capire anche l’importanza di essere modesti e di volare basso, pur volendo puntare al top: “Servono punti e non premi per vincere, ed il Napoli sta operando proprio in questo senso”.

Sarri politically uncorrect

E questo premio non cambierà Sarri: “Sono un rompic******i per natura, non diventerò politicamente più corretto. Il calcio italiano non ha saputo preparare i calendari nel modo più corretto, la Roma è stata molto penalizzata. Forse sono troppe 20 squadre, e bisogna fare dei cambiamenti. Il mio futuro? Ho altri tre anni di contratto con il Napoli”.

a cura di Salvatore Lavino (Twitter @sal85lav)

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