Al fischio finale della gara tra Napoli e Real Madrid, lo avrete sicuramente letto: “Usciamo a testa alta”.
Ma cosa si intende per “testa alta”? Probabilmente l’atteggiamento giusto che i ragazzi di Sarri hanno fatto vedere per tutto il primo tempo e fino al gol di Sergio Ramos. Ma ben oltre la testa alta ci sono le difficoltà ed i limiti che questo Napoli ha mostrato. A margine di un primo tempo, perfetto, vero, ma dai quali si potrebbe ripartire per costruire un Napoli ancora più forte, quello capace di fare forse l’ultimo passo, decisivo per la crescita di un club che sa guardare in faccia anche il Real Madrid.
Quella del San Paolo è stata una gara dai due volti: bella e gagliarda, appassionante e sognante, poi illusoria. Perché il rientro dagli spogliatoi è da infarto: al gol di Mertens che aveva fatto quasi crollare le certezze madridista, ha risposto Sergio Ramos in rapida successione. Il pari, poi il vantaggio blancos, il Napoli non ha saputo più rispondere, inghiottito com’era dai suoi stessi limiti.
Ma fino a quel punto si era visto ben altro: gli azzurri erano stati capaci di aggredire, ripartire, schiacciare il Real e complicarne ogni manovra. Per un tempo, se escludiamo il palo di Cristiano Ronaldo, il Real non si è neanche visto, forse rimasto confinato a Palazzo Caracciolo dov’era in soggiorno.
Peccato per i ragazzi di Sarri non aver trovato il raddoppio, peccato non aver sfruttato l’occasione, ma al Real è bastato poco per riprenderla e farla sua. Due errori praticamente uguali e dai quali il Napoli dovrà ripartire, perché di miglioramenti difensivi negli ultimi anni non ce ne sono stati, di allenatore in allenatore.
Problema di marcature o di interpreti?
Dovrebbe dircelo il mercato, ma nel frattempo Sarri fa il suo con quello che ha.
L’eliminazione brucia, ma ora gli azzurri si potranno concentrare sui due veri obiettivi stagionali: davanti c’è già il Crotone, alle sue spalle l’Empoli, sei punti da collezionare quanto prima per mettere almeno pressione alla Roma e non vanificare i tre punti dell’Olimpico.
Più in là, invece, la Juventus: due sfide tra cui il ritorno di Coppa Italia, si ripartirà dallo stesso 3-1 e stavolta non ci sarà Sergio Ramos da marcare.
Il San Paolo non va in soffitta stasera: davanti ai partenopei c’è ancora tanto da fare, perché se la testa alta ieri sera è stata quella di Ramos, l’orgoglio mostrato per 50 minuti rappresenta a pieno questo Napoli, squadra capace ancora di crescere. Il ricambio è in atto, le nuove leve – da Milik a diawara – stanno venendo su bene e si prenderanno questo Napoli.
L’ambiente, poi, tra Bernabeu e ritorno ha mostrato tutta la sua civiltà.
Altro che tifoseria pericolosa: il meglio del meglio si è visto a Napoli e coi napoletani, un popolo che ancora merita la Champions, quella però che passa dal secondo posto in campionato.
a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
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