Se qualcuno all’estero avesse visto Juventus-Napoli di ieri sera, sicuramente si sarebbe fatto un’idea globale sul calcio italiano.
A tratti bello, a tratti inconcludente, a tratti fisico, in altri noioso, certamente caratterizzato da direzioni di gara scadenti oltre ogni limite.
Valeri ha sbagliato tutto quello che c’era da sbagliare, l’ha fatto con la saccenza che è propria della classe arbitrale, ma non è stato il male maggiore di un Napoli costretto ad arrendersi ai colpi bianconeri.
I due rigori (il secondo più del primo ndr) gridano ancora vendetta, perché se per Koulibaly la colpa può esserci sull’affossamento di Dybala, quello per l’uscita di Reina su Cuadrado lascia molto più di un dubbio, senza aggiungerci che l’azione stessa nasce da un probabile rigore non sanzionato su caduta di Albiol in piena area juventina.
In mezzo a questo scempio arbitrale, però, tanti errori li commettono anche gli azzurri: la trama sembra la stessa del Bernabeu, perché dopo il vantaggio è la ripresa a far male ai ragazzi di Sarri.
Due rigori di Dybala, nel mezzo un gol di Higuain che l’argentino dovrebbe condividere con Reina, autore di un’uscita scriteriata su calcio d’angolo che lascia spalancata la porta.
Il Napoli è incapace di gestire il vantaggio e, cosa ancor più grave, dopo il pari si fa travolgere dalla Juve rinnovata del secondo tempo.
Cuadrado dà una mano ai suoi, ma l’aiuto più grande ai bianconeri arriva proprio dal Napoli che nella ripresa perde identità e volontà, fattori capaci di creare la giocata del gol nel primo tempo.
Si erano intesi splendidamente Insigne, Milik e Callejon nell’azione che ha portato in gol lo spagnolo, poi il motore azzurro si è spento.
Il risultato è severo, ma non condanna ancora nessuno, visto il ritorno al San Paolo.
Quello che inchioda gli azzurri è invece quanto accade dopo il triplice fischio.
Il silenzio stampa che improvvisamente si era imposto dopo Madrid, altrettanto improvvisamente è scomparso. La società annuncia che parleranno Giuntoli e Reina e stavolta le uscite avventate saranno quelle del Ds.
Davanti alle telecamere, l’unico passaggio che passa è la recriminazione arbitrale; giusta, oculata, ma che dovrebbe essere corredata di altri dati tecnici che invece mancano. In più, per Giuntoli è la prima volta ufficiale alle telecamere. Non un esordio facile per lui.
Reina, poi, allarga il concetto: prima attacca gli arbitri, poi difende se stesso dagli errori. “Sono incazzato” dirà più volte alle telecamere il portiere spagnolo ed è un po’ il sentimento di tutta la Napoli che lo sta guardando.
A chiudere il tutto, un tweet societario che invoglierebbe ogni tifoso a non guardare le partite trasmesse dalla Rai, o almeno a guardarle senza audio.
Una scelta di comunicazione che fa sorgere qualche interrogativo e, ovviamente, le proteste della più nota emittente nazionale.
La serata di Torino è da accantonare quanto prima: e all’orizzonte già si scorge la Roma.
a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
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