Una telenovela lunga 12 anni e che, a differenza dei grandi prodotti americani o europei per gli appassionati di tutto il mondo, ha anche un po’ stancato.
Da un lato il Napoli con Aurelio De Laurentiis, l’uomo che vorrebbe regalare alla squadra che ha rilevato ormai 12 anni fa uno stadio nuovo, funzionale, utile alla causa e da gestire in prima persona come fosse estensione delle braccia societarie. Dall’altro Napoli con Luigi De Magistris, il Sindaco rivoluzionario che vuole un San Paolo migliore, che in campagna elettorale ha promesso il completo rifacimento dello stadio e che si è sobbarcato le spese degli ultimi lavori, quelli necessari in vista di un big match come quello contro il Real Madrid.
In mezzo una marea di parole, dichiarazioni, interviste e fughe al microfono. Tante promesse e progetti, ma pochi fatti. Tra questi, i lavori che il San Paolo sta vedendo in questi giorni ad alcuni settori dello stesso. Lavorare nel cuore della stagione è improbabile, ma altri interventi sono annunciati in estate.
Ma mentre Sindaco e presidente della squadra di calcio cittadina si fanno la guerra, a 200 km di distanza Roma mette il primo passo per un nuovo stadio; dopo anni di lotte intestine, infatti, la società americana sembra aver guadagnato il primo si per la costruzione di quella che sarà la nuova casa giallorossa, ormai lontana dall’Olimpico.
Dopo quello di Torino, sponda Juventus, e Udine, potrebbe essere proprio della Roma il terzo nuovo impianto italiano.
Una corsa contro il tempo per fare di questo Paese una realtà al passo coi tempi, ben oltre i battibecchi di privati e istituzioni.
Quanto ancora durerà lo scontro a Napoli?
La fine all’orizzonte non si intravede, così come non si intravedono terreni per una realtà del tutto nuova.
Povero Napoli, povero Sarri: per quanto dimostrato in questi anni meriterebbero anche loro un hashtag dedicato: #facimmostadio.
a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)