“Si pretende troppo da chi è stato scelto per svolgere un ruolo diverso. Non entro però in merito delle scelte. Non sto dando consigli e suggerimenti. Ho delle idee ma le tengo per me. Il problema è che andavano tentate delle sperimentazioni con anticipo. Si doveva sperimentare, pur non vincendo sempre in campionato. In questo modo qualcuno non giocherà affatto fino al termine del campionato. Si cerca troppo di difendere le proprie posizioni. Perdere 2 o 3 partite può andar bene se intanto si avranno risposte su dei giocatori”. Così il patron Aurelio De Laurentiis attaccò pubblicamente Maurizio Sarri ai microfoni di Premium Sport nel post partita di Real-Napoli. Una dichiarazione che ha fatto calare improvvisamente il gelo tra le parti, incrinando un rapporto che ad oggi sembra tutt’altro che solido. Ma quali sono i reali motivi dell’esplosione presidenziale? Stando a quanto riportato dall’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, sarebbero tre.
I motivi del gelo
Le parole d’ordine dopo la notte di Madrid sono due: rottura, quella tra presidente e allenatore, e soprattutto delegittimazione, l’opera compiuta da ADL nei confronti di Sarri. Nella serata del Bernabeu, De Laurentiis ha delegittimato Sarri in ben tre frangenti: in primis con l’ingresso di Maradona negli spogliatoi, chiamato ad un discorso motivazionale in genere di competenza del tecnico. In secondo luogo ci sono le dichiarazioni pre-gara su Ibrahimovic alla guida del Napoli e terzo ma non meno importante ritroviamo le critiche alle decisioni tecniche dell’allenatore. Pomi della discordia in particolare Rog e Pavoletti, con il presidente che avrebbe voluto il croato in campo e l’italiano quantomeno in panchina. Al momento nessun chiarimento tra le parti in causa con De Laurentiis volato alla volta di Los Angeles. Una lontananza che mai come ora potrebbe far bene.