Proprio nell’anno in cui non doveva succedere, è successo.
Non preoccuparti, Gonzalo, la vita va così; e quello che alcuni chiamano Karma sa bene dove andare a colpire. Sempre.
Stavolta con te è stato inclemente: due volte a Napoli, due volte nella tana del lupo e a distanza di poche ore, per due competizioni diverse.
A poco più di 8 mesi da quel 29 luglio in cui, con le valigie pronte, l’aereo preso da Napoli arrivò a Torino carico di speranze e di premesse, di amore dei nuovi tifosi e di rancore per quelli che ti lasciavi dietro.
La Juve a Napoli in campionato (2 aprile) ed in semifinale di Coppa Italia (5 aprile), due appuntamenti imperdibili, due sfide che si seguiranno e che saranno seguite da centinaia di migliaia di spettatori.
Quella tra azzurri e bianconeri non è mai una partita come le altre, non lo sarà nemmeno stavolta perché la posta in palio sarà altissima.
Una buona fetta di credibilità in campionato, soprattutto se le distanze non dovessero variare rispetto a quanto vediamo oggi, l’accesso alla finale della Coppa nazionale, il valore di un campione che a Napoli ha fatto la storia e tornerà (per due volte) nello stadio che l’ha amato, acclamato, supportato per tre stagioni importanti.
Per chiudere i conti col passato non è sufficiente andare via, voltare pagina; spesso è un trauma, un episodio forte a cambiare le cose.
Povero Pipita, allora: a Napoli già contano i giorni per rivederlo.
E per dargli in benservito migliore della storia calcistica: per due volte a tre giorni di distanza.
a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)