La leggenda narra che un giorno il Dio del calcio, stanco di stare tra le nuvole a giocare con gli altri dei, troppo scarsi per il suo livello, decise di scendere in terra. Da bambino cresce in un povero quartiere di Buenos Aires, Lanus, dove, tra la miseria dei campi disastrati, da i suoi primi calci ad un pallone, qui, sulla terra. Passa poco tempo, prima che il mondo lo noti, o meglio, prima che si faccia notare dal mondo. Il suo talento era cristallino, fuori dal comune, non c’entrava nulla con la velocità e la forza di Pelè, lui, il Dio del calcio, sul pallone ci danzava senza lasciarlo mai, come se fosse un’estensione del suo corpo. Il Dio in questione si chiamava Diego e, a 24 anni, decise di approdare a Napoli e segnare per sempre la storia calcistica di questa città. Due scudetti, una coppa Uefa ed una coppa Italia, è questa il bottino degli azzurri conquistato durate glia anni in cui Diego militò nel Napoli. Sono passati tanti anni ma, l’amore del popolo partenopeo per quell’uomo, alto poco più di un metro e sessanta, con le gambe storte e la testa scapigliata, è ancora immutato. A dimostrarlo è stata la grande accoglienza che nei giorni scorsi il Dio del calcio ha ricevuto tornano proprio a Napoli, la città che scelse 34 anni fa come sua seconda casa.
Sono tantissime le partite degli azzurri in cui Diego è risultato decisivo, una di queste è proprio un Milan – Napoli, datato 13 aprile 1986. Era una soleggiata domenica pomeriggio ed un Milan a trazione anteriore ospitava a San Siro una squadra rivelazione del campionato, che stava facendo grandi cose e che l’anno dopo avrebbe vinto lo scudetto. Questa squadra non era una realtà del nord Italia, non aveva la maglia a strisce, ma schierava in campo il calciatore più forte di tutti i tempi e tanto bastava. L’avversario dei rossoneri quel pomeriggio rispondeva al nome di Napoli e si apprestava, di li a poco, ad espugnare quella che veniva considerata “la scala” del calcio italiano.
La prima rete partenopea, ad inizio primo tempo, è di Giordano che sfrutta l’ottimo assist di Bagni che con una palla filtrante mette l’attaccante azzurro davanti al portiere avversario. Il dominio della squadra di Ottavio Bianchi è totale e, a dieci minuti dal primo goal, ecco che ne arriva un’altro. Questa volta ad andare a segno è, lui, il Dio del calcio, Maradona, con una rete che è di quelle da vedere e rivedere: il numero dieci azzurro riceve palla al limite dell’area e, dopo tre tocchi che somigliano ad una danza, ne affianca un quarto che è quello del colpo di biliardo in buca d’angolo, sferrato un’istante prima che i difensori avversari potessero anche solo pensare di poter intervenire in opposizione. La partita prosegue e nella ripresa a nulla serve il goal del Milan che accorcia le distanze con Di Bartolomei. La partita termina 1 a 2 per la squadra azzurra, quella in cui giocava il Dio del calcio.
FORMAZIONI MILAN-NAPOLI:
MILAN: Terraneo, Icardi, P. Maldini, Russo, Di Bartolomei, Evani, Macina (36′ Mancuso), Wilkins, Hateley, P. Rossi, Virdis – Allenatore: Liedholm
NAPOLI: Garella, Bruscolotti, Marino, Bagni, M. Ferrario, Renica, Bertoni (89′ Caffarelli), Pecci, Giordano, Maradona, Filardi (53′ Celestini) – Allenatore: O. Bianchi
a cura di Roberto Rossi (Twitter:@RobSnowflower)