Il 2016 del Napoli: la rivincita di Sarri

Sarri in Cagliari-Napoli
Sarri © Getty Images

 

 

Alcuni uomini si ritrovano cucito addosso un destino fatto di lotta, contro tutti, se stesso e, se si parla di calcio, contro un sistema di critiche a priori, che spesso nulla hanno a che fare col campo. Si vive di pregiudizi e, anche in una città d’amore come Napoli, come il buon Bellavista amava definirla, il lavoratore Sarri ha dovuto dimostrare ancora e ancora di valere almeno il prezzo del biglietto.

Lo ha fatto il primo anno, per poi ritrovarsi gettato nell’ombra al momento dell’addio di Higuain, che per molti era l’unico (o quasi) vero motivo per il quale gli azzurri siano riusciti a restare in vetta (pur senza vincere) tanto a lungo. Passano i mesi eppure, quasi per assurdo, senza l’argentino il Napoli cresce, diventa più consapevole e migliora. I singoli accrescono le proprie doti, aggiungendone di nuove, trovando un bottino di reti quasi insperate e un giovane bomber che lascia sognare.

Neanche l’infortunio di Milik ferma questa squadra, che al massimo inciampa, di certo non cade rovinosamente come altri. Gli automatismi che il proletario Maurizio ha saputo regalare al suo gruppo, tra ‘vecchi’ e nuovi, è qualcosa che lascia parlare l’Europa e discutere l’Italia. Bel gioco contro pragmatismo. Il secondo sarà sempre il preferito di chi questo sport lo vive unicamente in funzione degli ultimi giorni di maggio.

Napoli, il gioco di Sarri lascia sperare per un ‘San Paolo’ vincente

Eppure è possibile sperare che queste due sfaccettature osino incontrarsi un giorno (magari l’anno venturo), proprio a Napoli, dove intanto il cafone Sarri avanza in Champions League, preparandosi all’assalto al secondo posto in campionato e all’esordio (onestamente alla portata) in Coppa Italia. Un trofeo (magari quest’ultimo) che accompagni la qualificazione in Champions non è poi un sogno tanto lontano, anzi tutt’altro, se a sei punti di distanza il Liverpool è la miglior antagonista del Chelsea, perché in serie A non si debba sperare che la Juventus non si ritrovi sempre e comunque un tappeto rosso dinanzi.

Se la prima stagione ha offerto una succulenta anteprima, la seconda servirà a legare il pubblico con una vittoria e un cammino europeo emozionante. Il bello deve ancora venire e sarà proposto dalla prossima stagione, quando il definitivo salto verrà effettuato quasi automaticamente. Non è un semplice sognare da tifoso, bensì la previsione naturale, restando ancorato ai fatti ammirati al ‘San Paolo’ e non solo. In una stagione in cui si segna senza attaccante, oserei aggiungere che in terra spagnola Sarri potrebbe avere più di un asso nella manica (della tuta).

 

di Luca Incoronato (Twitter: @_n3ssuno_)

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